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Abbattimento cinghiali nella Gola del Furlo, Lupus in Fabula insorge

L'associazione sdegnata: "la Provincia di Pesaro-Urbino si ravveda subito"

Gola del Furlo

La Provincia di Pesaro e Urbino ha dato il via agli abbattimenti di cinghiale  nella Riserva Naturale Statale Gola del Furlo.

Lo stupore e lo sdegno di tutti gli amanti di questo paradiso naturale meritano chiarezza ed un ravvedimento urgentissimo. Con la Provincia che smobilita, la Riserva non ha praticamente un gestore da molti mesi eppure, con un incredibile e terribile colpo di coda, la stessa Provincia è riuscita, senza apparentemente poteri politici, senza consultare la Commissione della Riserva, senza chiedere un parere diverso da quello dei suoi soliti consulenti faunistici, per la prima volta dopo oltre cinquant’anni sui suoli “sacri” del Monte Pietralata e del Monte Paganuccio a far tornare i cacciatori e gli spari di carabina.

Obiettivo: i cinghiali, che a dire degli studi commissionati sono in sovrannumero. Duecentosettanta devono essere abbattuti: per stanarli possono essere realizzati anche dei punti di alimentazione, vietati in ogni altro contesto naturale. Per sventare il “rischio di una invasione” di questi ungulati vengono addirittura premiate le uccisioni di femmine gravide. In realtà il numero di cinghiali, al Furlo come altrove, è in sensibile calo negli ultimi 3 anni e questo è dimostrato dalla forte diminuzione dei danni causati dal cinghiale alle coltivazioni agricole.

Viceversa il cinghiale continua ad essere la principale fonte alimentare del lupo, soprattutto dentro la Riserva del Furlo, dove sia lui che altri animali molto rari (gatto selvatico, aquila reale) basavano la loro permanenza sulla tranquillità dei loro territori di caccia e sull’altissima biodiversità dell’area protetta che anche i cinghiali contribuiscono a costruire. I risultati dei primi mesi di abbattimenti confermano che la strage prevista è un pauroso flop della programmazione impostata dai faunisti della Provincia: poche decine di cinghiali abbattuti sono la prova che i calcoli erano sbagliati e che per una decisione così delicata si è proceduto con imperdonabile superficialità. La sospensione definitiva di questo inutile intervento di contenimento è il minimo che ci si può aspettare dal Presidente Tagliolini che altre volte si è dimostrato sensibile alle problematiche ambientali. La Provincia non deve preoccuparsi dei cacciatori di selezione che bramano di sparare dentro la Riserva e deve smettere di sentire, riguardo alla gestione faunistica, sempre le stesse campane.

Daniele Tagliolini e Andrea Pierotti (delegato alle aree protette) dovrebbero occuparsi esclusivamente di individuare un nuovo soggetto che possa gestire la Riserva del Furlo in modo competente e al di sopra di ogni sospetto.

 

da Consiglio Direttivo di Lupus in Fabula

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