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“Dal libro dell’Esodo”: foto e parole sulle fughe di oggi

Il volume, a cura di Roberta Biagiarelli artista di Marotta, esce il 27 settembre per Piemme Edizioni

Foto Luigi Ottani

Per metà marchigiano, il volume esce il 27 settembre 2016 per Piemme Edizioni: reportage del viaggio che l’artista multidisciplinare di Marotta Roberta Biagiarelli ha fatto con il fotografo Luigi Ottani sul confine greco-macedone, documentando chi scappa dalle guerre e sogna un’Europa accogliente.

Ci sono la sensibilità e l’attenzione di Roberta Biagiarelli, artista multidisciplinare di Marotta (PU) con una solida esperienza di teatro storico-sociale, e lo sguardo empatico e penetrante del fotografo modenese Luigi Ottani dietro alla pubblicazione, in uscita il prossimo 27 settembre, dal titolo “Dal libro dell’esodo” (Piemme Edizioni, pp. 256, € 17,50).

Un reportage intenso ed emozionante che documenta un esodo dei nostri giorni: quello dei migranti. Un esodo che avviene quotidianamente, sotto le telecamere di tutto il continente. Una fuga da guerre e povertà di centinaia di migliaia di persone che, però, trova il passo sbarrato da un’Europa impreparata, intimorita, pronta ad innalzare muri e fili spinati.

Il volume, incoraggiato e sostenuto fin dall’inizio del progetto dal Comune di Modena, nasce dall’esperienza del viaggio che Biagiarelli e Ottani hanno realizzato, nell’agosto 2015, sul confine greco-macedone: una settimana di cammino, fianco a fianco con i migranti, lungo i binari tra Gevgelija, in Macedonia, e Idomeni, in Grecia. Il libro si arricchisce dei testi della parlamentare europea Cécile Kyenge, del giornalista e scrittore Paolo Rumiz, del ricercatore e saggista Michele Nardelli, studioso del Novecento e regista Carlo Saletti e del giovane storico italo-siriano Ismail Fayad. Donne e uomini di confine che Biagiarelli e Ottani hanno coinvolto nel progetto editoriale così da fornire maggiori strumenti di comprensione e chiavi di lettura del fenomeno.

Scopo dell’esperienza non è la realizzazione di uno scoop giornalistico, né quello di raccontare un’Europa ‘ostile’ e ‘chiusa’ ai migranti, bensì il desiderio di riportare sulla carta quanto i loro occhi e le loro orecchie hanno registrato. Raccogliere e documentare le vite di chi, lungo quel tragitto, non ha scelto di andare, ma vi è stato scaraventato dal peso della guerra e della storia.

Un’esperienza densa, umana, carica di rischi, certo, ma anche di grandi episodi di accoglienza e sostegno che, troppo spesso ignorati dai mass media del continente, sono arrivati ai migranti da parte dei cittadini dei due paesi balcanici. Al di là di ogni sensazionalismo, dunque, Biagiarelli e Ottani ci consegnano un documento storico, base imprescindibile per ogni risposta politica e civile. Con la potenza delle parole, ci offrono uno strumento in più con cui leggere l’umanità del fenomeno e, con la forza delle foto, ci dimostrano la dignità umana degli esiliati che, con il loro camminare, ci ricordano quel principio primordiale e vitale che da sempre muove l’Uomo: la migrazione verso una vita migliore.

A metà agosto 2015 Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani decidono di recarsi sulla rotta balcanica dei migranti.
Camminando per una settimana sul confine greco-macedone, nel tratto di binari che collegano Gevgelija (Macedonia) a Idomeni (Grecia), realizzano un intenso reportage.

Il 2015 ha segnato definitivamente l’irruzione della guerra in Europa e lo ha fatto mostrandosi attraverso chi la fugge. Un vero e proprio esodo di donne, uomini, minori, intere famiglie che abbandonano le proprie case e si mettono in cammino.

Il viaggio per scappare dalla guerra ha condotto, in questi mesi, almeno un milione di profughi a cercare rifugio nel nostro continente. Impreparata, divisa, incapace di individuare risposte comuni all’emergenza, dilaniata da feroci egoismi e interessi, l’Europa ha visto implodere le proprie politiche di accoglienza. Tra i primi effetti, vi è stata la ricomparsa del filo spinato, la chiusura dei confini terrestri e la politica dei respingimenti.

Ottani e Biagiarelli nell’intenzione di contrastare il sensazionalismo a tutti i costi dei mezzi di informazione, hanno voluto coinvolgere Cécile Kyenge, Paolo Rumiz, Michele Nardelli, Carlo Saletti e Ismail Fayad, donne e uomini di confine. I loro testi e le loro esperienze arricchiscono il progetto editoriale restituendogli una prospettiva più ampia.

I migranti ci raccontano in modo lampante di noi, più di quanto vogliamo vedere e sapere: il nostro spaesamento di fronte all’altro, il balbettio, la paura, l’inadeguatezza a questa nuova situazione.

Le immagini e le parole di questo libro testimoniano la forza e la dignità umana di chi cammina. Gli “esiliati” sono consci di esercitare un diritto primordiale: attraversare i territori. Qualcosa di antico, di atavico, ma anche di assolutamente nuovo.

Sinossi del volume “DAL LIBRO DELL’ESODO”

A metà agosto 2015 Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani decidono di recarsi sulla rotta balcanica dei migranti.
Camminando per una settimana sul confine greco-macedone, nel tratto di binari che collegano Gevgelija (Macedonia) a Idomeni (Grecia), realizzano un intenso reportage.
Il 2015 ha segnato definitivamente l’irruzione della guerra in Europa e lo ha fatto mostrandosi attraverso chi la fugge. Un vero e proprio esodo di donne, uomini, minori, intere famiglie che abbandonano le proprie case e si mettono in cammino.
Il viaggio per scappare dalla guerra ha condotto, in questi mesi, almeno un milione di profughi a cercare rifugio nel nostro continente. Impreparata, divisa, incapace di individuare risposte comuni all’emergenza, dilaniata da feroci egoismi e interessi, l’Europa ha visto implodere le proprie politiche di accoglienza. Tra i primi effetti, vi è stata la ricomparsa del filo spinato, la chiusura dei confini terrestri e la politica dei respingimenti.
Ottani e Biagiarelli nell’intenzione di contrastare il sensazionalismo a tutti i costi dei mezzi di informazione, hanno voluto coinvolgere Cécile Kyenge, Paolo Rumiz, Michele Nardelli, Carlo Saletti e Ismail Fayad, donne e uomini di confine. I loro testi e le loro esperienze arricchiscono il progetto editoriale restituendogli una prospettiva più ampia.
I migranti ci raccontano in modo lampante di noi, più di quanto vogliamo vedere e sapere: il nostro spaesamento di fronte all’altro, il balbettio, la paura, l’inadeguatezza a questa nuova situazione.
Le immagini e le parole di questo libro testimoniano la forza e la dignità umana di chi cammina. Gli “esiliati” sono consci di esercitare un diritto primordiale: attraversare i territori. Qualcosa di antico, di atavico, ma anche di assolutamente nuovo.

un reportage di Luigi Ottani e Roberta Biagiarelli

Fotografie di Luigi Ottani
Testi di Cécile Kyenge, Paolo Rumiz, Michele Nardelli, Carlo Saletti, Ismail Fayad.

A cura di Roberta Biagiarelli

Biografie:
Luigi Ottani, fotografo. La sua attività, prevalentemente rivolta a temi sociali, lo ha portato a raccontare storie di “umanità” con mostre e pubblicazioni. Fra i suoi reportage ci sono la Cambogia, la Palestina, il Sahel, la Bosnia, lo Tsunami, il Saharawi, il terremoto in Emilia. Nel 2007, con il volume Niet Problema! sul disastro nucleare di Chernobyl, ha vinto il premio “Marco Bastianelli” per il miglior libro fotografico italiano.
www.luigiottani.it

Roberta Biagiarelli, autrice, attrice teatrale e documentarista; esperta di Balcani, si dedica con i suoi spettacoli teatrali alla produzione, ricerca e interpretazione di temi storici e sociali. Monologhi: Srebrenica, Reportage Chernobyl, Falluja, Figlie dell’epoca. Documentari realizzati: Souvenir Srebrenica (2006), La neve di giugno (2007), La Transumanza della Pace (2012). www.babelia.org

Cécile Kyenge, originaria del Congo, arriva in Italia a diciannove anni con una borsa di studio, si laurea in medicina e si dedica all’integrazione dei migranti.
Eletta nelle file del PD, nel 2013 è ministro per l’Integrazione e nel 2014 viene eletta al Parlamento Europeo. Per Piemme ha pubblicato: Ho sognato una strada (2014).

Paolo Rumiz, giornalista, scrittore, editorialista di Repubblica, ha firmato reportage da zone di guerra e grandi racconti di viaggio. Nel 1986 ha seguito gli eventi bellici dell’area balcanica e nel novembre 2001 è inviato a Islamabad e poi a Kabul. I suoi libri di viaggio, la maggior parte usciti per Feltrinelli, sono bestseller internazionali. Fra i successi recenti ricordiamo Morimondo (2013), Come cavalli che dormono in piedi (2014) e Appia (2016).

Michele Nardelli, ricercatore sui temi della pace, della cooperazione internazionale e dell’elaborazione dei conflitti. Studioso dell’Europa di mezzo è nel 1999 fra i fondatori di Osservatorio Balcani Caucaso. Dal 2009 al 2014 è stato presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. Saggista e formatore, è autore con Mauro Cereghini di “Darsi il tempo. Idee e pratiche per un’altra cooperazione internazionale” (EMI, 2008).

Carlo Saletti, svolge attività di ricerca in campo storico, di traduttore ed è regista teatrale. Tra le sue ultime pubblicazioni, Il giorno della gran battaglia. Il 24 giugno 1866 a Custoza (2016) e la traduzione di Pali Meller, Baci di carta (2014). Assieme a Frediano Sessi ha scritto Visitare Auschwitz, la prima guida storica del sito memoriale. Il suo libro La voce dei sommersi, edito da Marsilio, ha ispirato al regista ungherese Laszlo Nemes Il figlio di Saul, che ha ottenuto nel 2016 l’Oscar come miglior film straniero.

Ismail Fayad, nasce nel 1991 ad Aosta in una famiglia italo-siriana, suo padre proviene da una antica casata di Deir el-Zor. Dopo il conseguimento della maturità classica si laurea in Storia presso l’Università degli Studi di Torino. Attualmente è iscritto a un corso di laurea magistrale in Scienze Storiche e porta avanti un progetto nelle scuole medie e superiori per cercare di raccontare le complesse dinamiche della guerra siriana.

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