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Urbino, mostra Raffaello più di 10.000 visitatori durante le festre

Tra il Venerdì Santo e il Lunedì di Pasquetta più di 10.000 visitatori (per l’esattezza 10.125) hanno affollato le sale del Palazzo Ducale di Urbino per visitare la grande mostra dedicata a Raffaello. Nei primi 10 giorni di apertura il numero complessivo dei visitatori ha già raggiunto le 15.000 unità, con una media giornaliera di 1.500 e un record toccato il Lunedì di Pasqua con 3.663 visitatori, parallelamente le prenotazioni della mostra per i giorni a venire sono salite a oltre 28.000.

Anche grazie all’offerta di un vantaggioso biglietto integrato (Mostra + Galleria) che rappresenta più del 40% degli ingressi, negli stessi giorni i visitatori della Galleria Nazionale delle Marche sono stati più di 12.000, con una notevole crescita rispetto alle tradizionali affluenze. 

Sono i numeri di un’entusiastica risposta del pubblico che conferma lo straordinario consenso della critica, già espresso “a piene pagine” dai quotidiani, dai più autorevoli periodici di arte e cultura e dalle più importanti testate giornalistiche radiotelevisive.

La mostra restituisce la formazione giovanile di Raffaello alla sua vera culla, che non è la bottega di Perugino come racconta il Vasari, ma l’insegnamento del padre Giovanni Santi e l’ambiente artistico e culturale della corte urbinate, in quegli anni una delle signorie rinascimentali più importanti e raffinate, capace di rivaleggiare con la stessa Firenze.  A Urbino Raffaello compie giovanissimo tutto il suo apprendistato, conducendo la prestigiosa bottega ereditata dal padre e firmando le sue opere come “Magister” fin dall’età di 17 anni. 

Questa riscoperta del giovane Raffaello, suffragata da inedite e sistematiche ricerche d’archivio, appare oggi evidente attraversando la Sala del Trono e l’Appartamento della Duchessa dove sono esposte le opere di Giovanni Santi, Timoteo Viti, Luca Signorelli e poi, in splendida successione, 20 tavole e altrettanti disegni di Raffaello, tutti appartenenti ai suoi anni giovanili, provenienti da alcune delle più prestigiose collezioni al mondo come il Prado, il Louvre, le National Gallery di Londra e Washington, il Getty Museum di Los Angeles, ma anche i musei di Lisbona, Berlino, Monaco, Francoforte, Vienna, Budapest e poi gli Uffizi, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Pinacoteca di Brera, il Poldi Pezzoli, il Museo di Capodimonte. Capolavori che per qualche mese ritornano là dove sono stati concepiti e si ricongiungono alle opere rimaste nel territorio che sono inserite nello stesso percorso espositivo, realizzato a cura di Lorenza Mochi Onori. 

Un percorso che prosegue idealmente nella città ducale, nella provincia di Pesaro e Urbino e nel territorio marchigiano, a partire dalla stessa Galleria Nazionale, dalla Casa natale di Raffaello e dalla Cappella Tiranni nella Chiesa di San Domenico a Cagli, dove si può ammirare il restaurato affresco di Giovanni Santi che può essere considerato il suo capolavoro e il suo lascito artistico al figlio undicenne, probabilmente ritratto in uno degli angeli che affiancano la Madonna in trono.

Curata da Lorenza Mochi Onori, Soprintendente per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici delle Marche, la mostra si avvale di un prestigioso Comitato scientifico internazionale ed è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici delle Marche, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici delle Marche, dalla Regione Marche, dalla Provincia di Pesaro-Urbino, dal Comune di Urbino e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. L’organizzazione è affidata a Gebart in collaborazione con Civita. Il catalogo è edito da Electa.
Sito internet: www.raffaelloeurbino.it

Dal  Comune di Urbino

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Martedì 14 aprile, 2009 
alle ore 18:00
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