Provincia di Pesaro e Urbino: emergenza territoriale 118 a rischio
La Cgil denuncia il ridimensionamento di un servizio fondamentale come il 118
Anche il 118 della provincia di Pesaro rischia di essere ridimensionato. Dalle indiscrezioni in possesso di Cgil e dalle mancate risposte alla precedente denuncia del sindacato, circa la mancata applicazione della Delibera della Giunta Marche n.920 del 17/6/2013, sembrerebbe proprio così.
Se come principio vale che l’emergenza deve essere svolta da professionisti è riscontrabile che sulla base della Dgr. 920 nella nostra provincia dovrebbero essere in servizio sulle 24 ore 9 ambulanze medicalizzate e 1 sulle 12 ore mentre le ambulanze con equipaggio infermieristico dovrebbero essere 4 sulle 24 ore ed 1 sulle 12 ore. Sono proprio queste ultime che nella provincia non sono a disposizione dell’emergenza territoriale ma sono utilizzate solo parzialmente perché si occupano anche di trasporti da ospedale a ospedale. E allora cosa succede? La paziente di Fossombrone che doveva partorire ha aspettato l’ambulanza di Cagli oppure di Fano o Marotta, con l’unica ambulanza in servizio che trasporta di notte un trauma a Pesaro (perché l’Ortopedia a Fano non è attiva), l’emergenza viene garantita con dei reperibili che sono a casa loro e che potranno essere operativi in circa 30 minuti se va tutto bene perché abitano a Fano?
A Pesaro in Centrale Operativa 118 staziona una di quelle ambulanze con equipaggio infermieristico che, se libera da trasporti ospedalieri, interviene sul territorio. Effettua circa 900 interventi all’anno e quasi tutti in codice rosso e sembra che dal °1 gennaio 2015 non sarà più attiva. Considerando che interviene solo quando le altre ambulanze di Pesaro sono già in altri servizi ci si domanda chi dovranno aspettare i cittadini di Pesaro che attivano il 118 per un emergenza, se l’emergenza fosse di notte forse interverrebbe l’ambulanza in servizio ad Urbino.
Forse è il caso che i sindaci di tutta la provincia comincino a farsi qualche domanda in più sull’emergenza e comincino a pretendere quanto sostenuto, non da Cgil, ma da un atto regionale deliberato 15 mesi or sono e sul quale la Regione ha fatto anche campagna elettorale l’anno scorso.
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