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Pesaro: Stazione Gauss ora è realtà, Ricci: “Il posto per i giovani che mancava”

Il mix: musica, arte, cultura, svago. Sabato 6 dicembre l'apertura

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Le idee universali riecheggiano nelle pareti. «Play, taste, music, art». Là dove c’era il magazzino del treno dismesso, ora c’è “Stazione Gauss”. «Underground, di qualità e ‘figa’», la definisce Matteo Ricci guardandosi intorno. «Il posto per i giovani che mancava». Sullo sfondo convogli che arrivano, sostano e ripartono. Come a cesellare la metafora. L’apertura alla città domani alle 19 (insieme alla prima mostra, “Il tempo della lumaca” di Lorenzo Amadori).

Intanto ci si sofferma sulla genesi: “Il percorso? È nato insieme a 12 associazioni giovanili – osserva l’assessore Antonello Delle Noci, che ha lavorato al disegno – poi confluite nella ‘Campana di Gauss’. Con Ferrovie dello Stato c’è stata una trattativa lunga tre anni. Ma il progetto era valido, ha vinto un bando dell’Anci. E alla fine l’autorizzazione è arrivata. Di più: ora è stata lanciata l’iniziativa ‘Adotta una stazione’, che si richiama alla nostra, in ogni città. Sarà un luogo polifunzionale, che legherà arte, musica, cultura, gioco, shopping“. Aggiunge: “Insieme a Palazzo Gradari e al Mercato delle Erbe, Stazione Gauss spingerà i ragazzi a vivere pienamente la città“.

‘Pesaro viva’. Sono già 30 le persone che lavorano nella struttura. Ma i numeri sono destinati a crescere: “È la dimostrazione che quando Pesaro ha buone idee può concretizzarle – evidenzia Ricci -. Merito alla precedente amministrazione, con Ceriscioli e Delle Noci che hanno fatto di questo progetto un esempio nazionale. È stata accolta un’istanza dei ragazzi. La Casa della Musica è la risposta a una domanda vera“. L’inciso del sindaco: “Stiamo lavorando per una città sempre più viva. Bisogna abbandonare l’approccio che una città tranquilla deve essere ‘morta’. Anzi: è l’esatto contrario. I posti ‘morti’ diventano insicuri e sono spesso ingestibili. Il problema principale, per i ragazzi, era la mancanza di locali nell’aggregazione culturale e musicale invernale. Stazione Gauss era quello che ci voleva“. Non solo: “Diventeremo ‘Città della musica’ anche per l’Unesco solo se oltre a Rossini, tutti i giorni, libereremo la musica in tutte le sue forme espressive. Stazione Gauss rafforza l’identità musicale della città. Sono convinto che sarà un successo“.

Campana. Soddisfatto anche l’ex sindaco Luca Ceriscioli: “Gauss? Era il principe dei matematici: la sua ‘campana’ è una curva della distribuzione normale. Ma in Italia non si riescono a fare le cose normali: per portare avanti un buon progetto come questo bisogna lottare contro burocrazia e ostacoli. Di uno spazio così si è cominciato a parlare dal 1989. Allora ero consigliere di circoscrizione. Ci sono voluti due mandati, ma oggi raggiungiamo davvero un grande obiettivo“.

Ricetta. Quello che diventerà la Casa della Musica lo sintetizza Massimo Dini, presidente dell’associazione: “Attraverso i nostri contatti puntiamo a dare visibilità ad artisti pesaresi che ora sono chiusi nei garage e nelle cantine. Ma il loro prodotto può essere sostenuto ed esportato“. Quindi: “Abbiamo coinvolto case discografiche, case di distribuzione, edizioni musicali. Guardiamo alla promozione su scala nazionale e internazionale. Per chi ha una proposta valida, di ogni tipo. Che sia la musica, un’opera d’arte, un fumetto, una borsa“.

Mix. Sui locali: “Nella prima aerea esporremo tutto quello che nascerà dentro Stazione Gauss. Per la musica, mettiamo a disposizione anche gli studi di registrazione. Poi c’è una zona per lo svago, con videogame e console per tornei di gruppo. Mentre la stanza centrale è dedicata all’incontro e al dibattito, per intrecciare le teste e creare nuove idee, fantasie, prodotti. È un locale dove ci si potrà confrontare e mettere a tavolino“. Mentre parla, definisce più volte il luogo una ‘macchina’. “Promuoveremo i prodotti del territorio senza chiedere nulla in cambio. Nel livello superiore? Ci saranno esposizioni d’arte, a turnazione“. Ma non è tutto: “C’è la sala dedicata al cinema, al teatro e ai concerti. Ospiteremo le scuole per i cineforum. Con l’Accademia di Belle Arti di Urbino e il Conservatorio Rossini manterremo un’unione artistica. Senza dimenticare i corsi di formazione: grafica, pittura, arte. Gli orari? Saranno suddivisi in base a prenotazioni e richieste. La gente sta arrivando a frotte. Forse adesso anche troppo…”.

 

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