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“Malasanità, incompetenza… Esistono anche la buona sanità e tanta professionalità”

La testimonianza di Demis Tarsi: il viaggio per salvare suo padre tra Mondavio, Fano e Milano, grazie alla rete ECMO

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Rete ECMO per il trasporto aereo di malati: il decollo da Fano

“Sempre più frequentemente purtroppo si parla di malasanità, incompetenza o “freddezza” da parte degli operatori sanitari in genere… e spesso gli ospedali delle nostre zone vengono classificati di “serie B”, ma posso garantire che non è così, – racconta Demis Tarsi – e a volte bisognerebbe dare il giusto “rimbombo” e il meritato riconoscimento anche quando le cose vanno bene ed il sistema funziona, forse pure oltre i ruoli che competono“.

“Il 26 gennaio – prosegue Demis Tarsi –  ho allertato il 118 in quanto ho trovato mio padre in casa con difficoltà respiratoria e in stato “comatoso” (successivamente veniva diagnosticata una ischemia, aggravata da un’infezione polmonare bilaterale, visto che mio padre in quei giorni aveva anche un po’ di febbre), e dopo pochissimi minuti avevo un’ambulanza medicalizzata già sotto casa (nonostante la prima postazione POTES disti più di 15 km dalla mia residenza di Mondavio), e prestate le prime cure veniva trasferito in emergenza al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Croce di Fano. Dopo pochi minuti, vista la gravità del paziente, veniva già disposto il trasferimento in Terapia Intensiva (centro di rianimazione) sempre del Santa Croce.

Già dalle prime ore di degenza nel reparto, veniva confermata la criticità del paziente, e l’imminente pericolo di vita, in quanto mio padre non riusciva più a ventilare nemmeno assistito meccanicamente dalle macchine in dotazione al reparto, poiché i suoi polmoni erano praticamente quasi totalmente compromessi. In poche ore, i Sanitari e l’equipe medica del Reparto di Rianimazione dell’Ospedale Santa Croce di Fano, si attivavano per cercare un’alternativa, una soluzione oltre le loro potenzialità ed oltre le tecniche ed “attrezzature” a loro disposizione, senza subito concludere con un “abbiamo fatto tutto quello che ci era possibile, ma non possiamo più fare niente” che alla fine era la verità, ed in poco tempo riuscivano a trovare un’ultima “chance”, contattando dopo varie ricerche, in collaborazione con la rete ECMO, l’Ospedale San Raffaele di Milano, in particolare il Reparto di Terapia Intensiva Cardiochirurgica, dove con delle tecniche più evolute (ECMO, supporto extracorporeo) si poteva giocare quest’ultima carta se mio padre fosse riuscito ad arrivare in tempo, ma le speranze erano tutt’altro che buone, anzi pressoché nulle.

Rete ECMO per il trasporto aereo di malati: l'arrivo a MilanoIn pochissimo tempo, veniva disposto ed organizzato nella massima sicurezza il trasferimento tra i reparti di Terapia Intensiva, dell’Ospedale Santa Croce di Fano all’Ospedale San Raffaele di Milano, pianificando il volo, l’assistenza medicalizzata avanzata al paziente durante il trasporto, e i trasferimenti da aeroporto/ospedale (doveroso citare per la loro tempestiva professionalità anche BUSNAGO SOCCORSO, oltre tutta l’equipe sanitaria del reparto di Terapia Intensiva del San Raffaele di Milano).

Beh, non una cosa da tutti i giorni… e nemmeno molto semplice… e al posto di mio padre poteva esserci qualsiasi altro cittadino, in quanto non ha ricevuto un trattamento più “privilegiato” rispetto ad altri… ed è partito proprio tutto da un Ospedale che forse alcuni potrebbero definire di serie “B”.

Non do risalto a questo fatto perché tutto si è risolto per il meglio, in quanto dopo oltre un mese mio padre è ancora in rianimazione, assistito dalle macchine, ma è ancora vivo… Grazie a chi ha dato il massimo della professionalità nel proprio lavoro, forse pure senza guardare l’orario di fine turno”.

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