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Mercoledì 7 aprile, al Teatro Sanzio di Urbino, è di scena “Edipo re”

Una scena dall'Edipo rePassate le feste di Pasqua, prosegue Urbinoinscena 09.10, la stagione del Teatro Sanzio di Urbino realizzata da Comune di Urbino e Amat con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Regione Marche. Mercoledì 7 aprile l’appuntamento è con un grande maestro della scena, Franco Branciaroli, diretto da Antonio Calenda in Edipo re di Sofocle.

 

Un percorso nella coscienza, dal buio verso la chiarezza, individuale e collettivo“. Così intende la parabola dell’Edipo sofocleo il regista Antonio Calenda, di nuovo al fianco di Franco Branciaroli, dopo il successo di Vita di Galileo.

L’Oracolo di Delfi suggerisce a Edipo, per salvare Tebe da un’orribile pestilenza, di scoprire chi abbia ucciso il re Laio. Da qui, un folgorante flash back che rivelerà a Edipo di essere l’assassino del genitore e lo sposo della propria madre. “Edipo – spiega Branciaroli – è l’eroe tragico che non sa chi è. La conoscenza di sé avviene attraverso il dolore. Appena lui conosce diventa cieco: la cecità, come il dolore, nella cultura greca è strettamente legata alla conoscenza”.
 
Nella messa in scena di Calenda diventa protagonista la dimensione dell’incubo che Edipo attraversa per raggiungere la conoscenza, proprio come una ricerca psicoanalitica nel passato. «In un mondo smarrito, minaccioso, delle cui ombre sentiamo costantemente l’incombere – commenta il regista Antonio Calenda – è emblematico rielaborare il percorso, dal buio verso la chiarezza che Edipo compie nella tragedia sofoclea: un percorso nella coscienza che allo stesso tempo è individuale, di intima analisi e collettivo, di grande profondità».

Nell’interpretazione di Branciaroli si raccolgono gli altri personaggi della tragedia, a dimostrare che in lui si convogliano tutti i frutti e le radici della colpa. Lo affianca un coro tutto maschile a fare da eco e moderno commento, come voleva la consuetudine teatrale antica.

Scritta probabilmente nel 430 A.C., la tragedia si incentra sul mito di Edipo. Dopo aver risolto gli enigmi della Sfinge, Edipo ottiene di regnare sulla città di Tebe sposando la regina Giocasta, vedova del re Laio, con la quale concepisce quattro figli. Quando la città di Tebe è colpita da una violentissima pestilenza, Edipo si rivolge all’Oracolo di Delfi nella speranza di ottenere qualche consiglio per accattivarsi il favore degli dei e salvare la città dall’epidemia. L’oracolo suggerisce di scoprire l’assassino di Re Laio: solo dopo aver fatto giustizia, la pace ritornerà a Tebe. Si viene a conoscenza che, per una serie di fatti complessi e imprevedibili, Edipo è figlio di Laio e in seguito ad una lite sulla strada è stato egli stesso a uccidere il genitore. Assassino del padre, sposo della propria madre e a sua volta padre di quattro frutti di un amore incestuoso. Sul cadavere della sfortunata Giocasta, suicidatasi nel comprendere il misfatto da lei commesso, Edipo si acceca. Sconterà il proprio gesto in un eterno esilio, a cui si autocondanna.

Lo spettacolo è  prodotto da Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro de Gli Incamminati e Teatro di Messina. La traduzione del testo è di Raul Montanari. Affiancano Franco Branciaroli gli attori Giancarlo Cortesi, Emanuele Fortunati, Gianfranco Quero, Alfonso Generoso, Livio Bisignano, Tino Calabrò, Angelo Campolo, Oreste De Pasquale, Filippo De Toro, Luca Fiorino. Le scene sono di Pier Paolo Bisleri, i costumi di Stefano Nicolao, le musiche di Germano Mazzochetti e le luci di Gigi Saccomandi.

Per informazioni e biglietti: Teatro Sanzio tel. 0722 2281. Inizio spettacolo ore 21.

dal Teatro Stabile delle Marche

 

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Martedì 6 aprile, 2010 
alle ore 13:49
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