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Le piccole aziende del pesarese strette nella morsa delle tasse

Oltre 11mila euro di tasse locali all'anno: la denuncia di Confartigianato e la richiesta alle istituzioni

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Sono oltre 41.000 le imprese che operano in provincia di Pesaro Urbino e di queste oltre 11.900 sono artigiane. A pesare sul sistema imprenditoriale oltre alla crisi c’è un fisco sempre più “vorace”. Imu, Tasi, Irap, addizionali regionale e comunale Irpef.

Le 5 tasse locali costano in media ad una piccola impresa della nostra regione 10.464 euro l’anno. Ma è una cifra che raggiunge gli 11.405 euro, pari a 2.281 euro per addetto, ovvero il 2,1% in più rispetto alla media nazionale (2.233 euro) se si considera il paradosso dell’indeducibilità dell’Imu che genera un extra gettito di Irpef e Irap. Una sorta di ‘tassa sulla tassa’.

Lo denuncia la Confartigianato che in una indagine elaborata dal suo Ufficio Studi mette in luce il peso fiscale su artigiani e piccoli imprenditori della nostra regione.
In provincia di Pesaro Urbino, una piccola impresa, considerando anche “la tassa sulla tassa”, versa allo Stato in tasse locali 11.440 euro. Tutte le province marchigiane presentano un prelievo complessivo per addetto superiore alla media nazionale: a Pesaro e Urbino si attesta sui 2.288 euro (2,5%).

Ridurre la pressione fiscale è la priorità per i piccoli imprenditori. Tra tasse locali e prelievo dello Stato centrale paghiamo troppo e in modo troppo complicato. Così non si aiuta la ripresa! Confartigianato continua a chiedere una riforma che riduca la pressione fiscale che grava sulle piccole imprese, quelle che meno beneficiano della riduzione dell’Irap. Va ridotta la tassazione sugli immobili produttivi (capannoni, laboratori, macchinari, attrezzature) che non possono essere considerati alla stregua delle seconde case. E va abolito il groviglio IMU/TASI/TARI, che come nel gioco delle tre carte vede sempre vincente il banco.

Dal Governo, ribadisce Confartigianato, ci attendiamo che realizzi quanto ha promesso a fine giugno: attuare nella legge di Bilancio i decreti della delega fiscale rimasti in sospeso. Riguardano la determinazione dei redditi delle imprese in contabilità semplificata secondo il criterio di cassa e non di competenza. Così che le tasse si paghino sulle fatture incassate e non su quelle emesse come succede oggi. Poi l’introduzione dell’Iri, la nuova imposta sul reddito di impresa che consentirebbe anche alle piccole imprese di avere una aliquota come quella Ires al 27,5% e non quella progressiva Irpef. E la definizione del nuovo regime forfetario.
Alle Istituzioni Locali Confartigianato di Ancona- Pesaro e Urbino chiede una riduzione della spesa pubblica e contestuale diminuzione della tassazione locale con particolare attenzione nelle spese e negli acquisti da farsi dove possibile, con appalti a misura di piccole imprese per dare opportunità alle aziende del territorio.

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