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Cartoceto: i Carabinieri denunciano padre e figlio per la “truffa del venerdì pomeriggio”

La potenziale vittima, il titolare di un frantoio, si insospettisce e chiama i carabinieri

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Denunciate a Cartoceto due persone, padre e figlio, considerate dai Carabinieri responsabili dell’ormai nota truffa del venerdì pomeriggio”.

Letto un annuncio di vendita, l’acquirente contatta il proprietario, si mostra interessato, tratta il prezzo e fissa un appuntamento per concludere l’affare. Il giorno stabilito per la consegna è sempre il venerdì pomeriggio e il pagamento rigorosamente con assegno bancario o circolare. Le scuse del truffatore svariate: “scendo appositamente per il week-end, ho tempo solo nei fine settimana, mio marito può accompagnarmi solo quel giorno, il mio meccanico di fiducia approfitta di un pomeriggio libero…”.

Si contratta di tutto: smartphone, materiale informatico ed elettronico, preziosi, orologi di valore, veicoli e motoveicoli. Questi ultimi vengono stargati ed immediatamente avviati al mercato estero rendendo impossibile il recupero e inutile la dichiarazione di perdita di possesso.
Diversi i casi trattati dai carabinieri della compagnia di Fano ma mai uno riguardante l’acquisto truffaldino di olio.

Nel caso in questione l’approccio è tradizionale: un uomo chiama una frantoio di Cartoceto. Tratta una consistente partita del rinomato olio con marchio DOP. Avrebbe ritirato la merce il venerdì pomeriggio e il pagamento sarebbe dovuto avvenire con assegno circolare.

Il proprietario del frantoio però si insospettisce. Non conosce il cliente e la trattativa per concordare il prezzo per una quantità cosi importante gli appare eccessivamente frettolosa. Chiama i carabinieri di Saltara che, raccolta la segnalazione, allertano l’uomo. Gli chiedono di assecondare la compravendita mentre organizzano un servizio di appostamento.

All’orario convenuto arriva un camioncino bianco che accede al frantoio con a bordo due uomini. Dopo una breve trattativa, prima che del carico della merce i carabinieri fanno irruzione e circondano i due.

I militari trovavano durante la perquisizione un assegno già controfirmato da un fantomatico ingegnere titolare di una società fantasma. Si scoprirà che l’assegno era stato rubato a Roma durante un furto in abitazione qualche mese addietro.

I due uomini vengono identificati in S.A., 60enne e D.A, 19enne, padre e figlio originari di Palermo e residenti a Roma: sono stati denunciati in stato di libertà per tentata truffa e ricettazione dell’assegno falso.

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