«Così non si resiste più. Ridateci i moli e la darsena del nostro vecchio Porto!»

Gli imprenditori del gruppo Nautica Confartigianatodi Pesaro e Urbino si sono riuniti in Associazione, per confrontarsi sull’andamento del settore e sulle sorti del porto di Pesaro.
 

«Viviamo una situazione davvero drammatica: si lavora molto poco. Alla grave crisi di questo periodo, che ha travolto anche il settore della nautica, si è aggiunta anche la crisi del rifacimento del porto, che doveva concludersi in tempi brevi e certi e ora sembra non rispondere a un calendario con una scadenza definita. Soprattutto quelli di noi che hanno la propria sede al porto hanno subito un calo di oltre il 70 % di fatturato. Ci chiediamo fino a quando dobbiamo resistere»?

Così si esprimono a una voce sola gli associati di Confartigianato Nautica che con il Presidente Bastianelli esprimono anche una grandissima preoccupazione: i lavori si sono interrotti e in seguito alla rottura del muro del molo di levante c’è il fortissimo rischio che il crollo si aggravi e che occluda il porto rendendolo definitivamente impraticabile.

Quando hanno chiuso la darsena grande, erano tutti disposti a sacrificare quei duecento posti–barca nella prospettiva di costruire un porto ampliato, più efficiente e moderno. Allo stato attuale si ritrovano con la darsena chiusa, la banchina del Club Nautico inutilizzata, l’imboccatura del fiume Foglia insabbiata, con parte dei pontili inutilizzabili: questo significa non poter disporre di posti barca che creano lavoro e offrono servizi ai diportisti.

Tutti gli artigiani della nautica, insieme ai ristoratori ed esercenti del porto sono in apnea. Ma senza respirare non si resiste a lungo. Dalla Confartigianato si eleva l’ennesimo accorato appello a tutti i soggetti istituzionali coinvolti, perché operino con il senso di responsabilità necessario a risolvere in tempi brevi il problema del porto di Pesaro.

dalla Confartigianato Nautica di Pesaro e Urbino