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Il segretario generale della Cgil Pesaro Roberto Ghiselli sul referendum di Mirafiori

Caso Fiat: “Mi auguro che nessun imprenditore pesarese segua l’esempio di Marchionne”

Impressioni sul referendum di MirafioriUna pagina nera per il Paese che andrebbe chiusa al più presto”: questo il giudizio sulla vicenda Fiat anche alla luce dei risultati del referendum che ha visto una vittoria di misura del SI, al di sotto di ogni previsione.

 

E’ una vittoria di Pirro perché dimostra che alla Fiat non esiste il consenso reale lavoratori: chi ha votato SI lo ha fatto sotto ricatto e subendo pressioni inaudite da parte della direzione aziendale, ed i lavoratori più direttamente coinvolti dall’accordo, quelli delle catene di montaggio, lo hanno clamorosamente bocciato.

Speriamo di non dover più vedere operai con le lacrime agli occhi costretti a scegliere fra  dignità e lavoro: un Paese civile non può scaricare questa responsabilità sulle spalle di chi si alza alle 4 del mattino per andare a lavorare, sta ad una catena quasi 8 ore, in piedi a fare lo stesso movimento ripetitivo, per uno stipendio di 1200 euro al mese.

Da questa vicenda esce battuta la linea della contrapposizione e della rottura, linea perseguita da Marchionne con il convinto sostegno del ministro del Lavoro e del presidente del Consiglio. Una lezione anche per le altre sigle sindacali che hanno come noi il compito di ascoltare e dare rappresentanza alle preoccupazioni e alle paure crescenti dei lavoratori.

Pensare di affrontare le sfide della competizione internazionale agendo esclusivamente sulle condizioni, già pesanti, dei lavoratori è un grave abbaglio che non porta le imprese da nessuna parte. Tanto meno cancellare il contratto nazionale di lavoro, eliminare le rappresentanze sindacali e la democrazia dalla fabbrica, ledere i fondamentali diritti riconosciuti dalla Costituzione.

La sfida competitiva vera è sulla capacità innovativa, sugli investimenti in tecnologia, su nuovi e migliori prodotti. Questo vale per la Fiat come per tutte le altre imprese, anche del nostro territorio.

Noi ci auguriamo che a Pesaro non venga in mente a nessun imprenditore di tentare di imboccare quella strada. La storia della nostra provincia, anche quella recente, ha dimostrato che i problemi delle imprese si affrontano con il confronto e con la contrattazione, rispettando il contratto nazionale di lavoro ed utilizzando, se servono, le flessibilità che in esso sono previste.

In questo modo abbiamo affrontato la crisi di questi mesi cercando di tutelare al meglio l’occupazione, anche attraverso il miglioramento della competitività delle nostre imprese. Sono centinaia gli accordi sottoscritti dalla Cgil nella provincia, come nel resto d’Italia, con i quali sono state decise le modalità di gestione degli ammortizzatori sociali ma anche  orari flessibili e produttività.
 
Questo è un modello alternativo rispetto a quello imboccato alla Fiat, ma forse più efficace. Su questo terreno la Cgil, e la Fiom, sono stati sempre disponibili al confronto e ad assumersi le proprie responsabilità sottoscrivendo accordi, con il coinvolgimento dei lavoratori.

E questo percorso, che parte dalla crisi ma guarda allo sviluppo, nel nostro territorio lo vorremmo gestire insieme alle altre organizzazioni sindacali, al mondo delle imprese, alle Istituzioni locali. 

dal Roberto Ghiselli
Segretario generale Cgil Pesaro Urbino

                                                                                                   
 

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Lunedì 17 gennaio, 2011 
alle ore 22:31
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