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Smartphone pagati con denaro falso: giovane di Senigallia arrestato dai carabinieri di Fano

Nei guai un 19enne, che rispondeva ad annunci sul web e truffava i venditori con banconote fasulle

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I Carabinieri di Fano mostrano denaro falso e smartphone dopo l'arresto del 19enne di Senigallia

F.P., 19enne con la passione per l’informatica e l’e-commerce, è stato arrestato in flagranza di reato nella sua casa di Senigallia dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Fano per possesso di banconote false e truffa.

F.P. aveva risposto all’annuncio di vendita di un costoso smartphone pubblicato su un sito di e-commerce da un rivenditore di Fano, con il quale si era poi incontrato al bar della locale stazione ferroviaria per concludere l’affare. Qui il giovane si era detto soddisfatto dello smartphone e del prezzo di vendita, che aveva corrisposto in contanti. Il venditore quando ha cercato di versare il denaro in banca, il cassiere ha constatato che la maggior parte delle banconote erano false.

I Carabinieri di Fano mostrano denaro falso e smartphone dopo l'arresto del 19enne di SenigalliaIl malcapitato ha sporto denuncia alla stazione dei carabinieri di Fano che, in collaborazione con il nucleo operativo, hanno avviato le indagini partendo dal telefono usato dal truffatore che era risultato intestato ad una persona inesistente. I carabinieri operanti sono così risaliti al giovane e su mandato della procura di Pesaro, hanno perquisito la sua abitazione di Senigallia dove hanno recuperato nove banconote del taglio di cinquanta euro ed una da venti abilmente falsificate nonché due smartphone di provenienza illecita.

F.P. ha trascorso il weekend in stato di arresto nella sua abitazione e la mattina di lunedì 17 dicembre si è presentato davanti al giudice del tribunale di Ancona che oltre a convalidare l’arresto, gli ha applicato la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Senigallia. Resta da accertare dove il poco più che maggiorenne si fosse procurato così tante banconote false. Il sospetto è che il giovane, come detto molto spigliato nell’uso del web, si sia rivolto a qualche spacciatore virtuale conosciuto nel darkweb.

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