La Confcommercio di Pesaro e Urbino già due anni fa con il Presidente provinciale Giancarlo Pedinotti ed il Direttore Amerigo Varotti aveva sollevato il problema dell’efficienza del servizio postale nella nostra Provincia con particolare riferimento al Sevizio di ritiro delle raccomandate a Fano e a Pesaro.
 

La scelta di costringere i cittadini di Fano e Pesaro a rivolgersi ad uffici periferici e decentrati – un unico sportello per la seconda e terza città delle Marche – era stata chiaramente denunciata come illogica, vessatoria e penalizzante per imprese e cittadini e soprattutto per gli anziani costretti a fare chilometri (con ogni mezzo disponibile) per poter ritirare le raccomandate.

All’epoca – salvo una presa di posizione del Comune di Fano – nessuno diede grande spazio alla nostra protesta. “ Siamo felici – dichiara il Direttore Amerigo Varotti – che oggi illustri cittadini ( come Alberto Berardi a Fano) e le Istituzioni pesaresi ( il Sindaco di Pesaro ed il Consigliere provinciale Giannotti) – si siano accorti della rilevanza del problema e del  grave insulto alla nostra popolazione e chiedano, giustamente supportati dalla stampa, una diversa soluzione del problema che, a Fano come a Pesaro, non può che passare per l’apertura di sportelli anche in Centro per il ritiro delle raccomandate.

Ma l’occasione deve essere utilizzata anche per una riflessione generale su Poste Italia Spa che sembra sempre meno interessata a quella che dovrebbe essere la sua mission: il servizio universale di consegna e ritiro della posta che ha in esclusiva dallo Stato.

E che invece dedica, tempo, spazio, risorse e personale ad esempio per fare concorrenza alle attività commerciali allestendo dei veri bazar negli uffici postali dove il cittadino in coda prima di poter accedere agli sportelli può girare tra scaffali pieni di libri, dvd, cd musicali, giocattoli etc o consultare il voluminoso catalogo per gli acquisti on line (o su catalogo) dove si trova praticamente di tutto (compresi personal computer,carta ,toner etc etc). Ed a fronte di questo magari si chiudono gli uffici postali nell’entroterra, si riducono gli orari di apertura in estate, con gravi disservizi per cittadini e imprese.

Per non parlare di talune scelte fantasiose ma molto cotose dell’amministratore delegato di Poste Italia Spa circa inutili, ingiustificate, incomprensibili (ma molto costose) affiliazioni associative. Ed il tutto nel silenzio grave del Ministro competente, dei Parlamentari e delle Organizzazioni Sindacali”.

dalla Confcommercio di Pesaro e Urbino