Nuova sede a Fano per l’associazione Adamo
Messi a disposizione dal Comune gli spazi situati in viale Adriatico

Una casa nuova per continuare ad assistere gratuitamente, a domicilio, i malati oncologici e sempre più spesso anche i pazienti con malattie rare, Alzheimer e patologie croniche. L’associazione Adamo, nata nel 2004 e da oltre vent’anni punto di riferimento per migliaia di famiglie fanesi, avrà una nuova sede negli spazi comunali di viale Adriatico dello Stabulario da 300 mq, rimasti chiusi e inutilizzati dopo la dismissione della filiale Creval. Il Comune ha pubblicato un bando per il comodato d’uso gratuito, Adamo ha partecipato e lo ha vinto: l’associazione utilizzerà i locali sostenendo le utenze, mentre l’amministrazione restituisce alla città un immobile pubblico che era fermo.
Luca Serfilippi, sindaco di Fano, spiega la scelta:
«Sosteniamo chi fa del bene e applichiamo un sistema virtuoso di gestione del nostro patrimonio. Siamo felici che ora Adamo possa rafforzare le proprie attività, che danno sollievo e aiuto concreto alle persone che soffrono. Un locale vivo porta benefici all’intera città. Ricordiamo che questi spazi erano chiusi da anni, con le serrande abbassate: oggi tornano a essere un luogo utile alla comunità.»
Sulla stessa linea l’assessore al patrimonio Alberto Santorelli, che rivendica l’impostazione dell’amministrazione:
«Questa è la nostra idea di patrimonio: quando può produrre reddito, il Comune lo mette a reddito; quando può generare valore sociale, lo mette a disposizione di chi lavora per la città. È anche grazie a immobili che oggi rendono oltre 100 mila euro l’anno che possiamo sostenere realtà come Adamo, che entrano nelle case e nelle fragilità delle persone. Dare loro una sede dignitosa significa dire, con i fatti, che il Comune è vicino a chi si prende cura degli altri. Ci hanno contestato la gestione del patrimonio, ma i fatti dimostrano che abbiamo seguito una linea coerente: gli immobili affittabili li abbiamo valorizzati, quelli che da anni erano vuoti e senza mercato li abbiamo trasformati in luoghi vivi, affidandoli al volontariato e al sociale. È una gestione virtuosa perché è selettiva: dove il mercato risponde, il Comune incassa; dove il mercato non risponde, il Comune sostiene la comunità”.
Per Adamo questa soluzione arriva in un momento decisivo, perché le nuove norme regionali avevano reso la vecchia sede non più adeguata.
Donatella Menchetti, presidente di Adamo, racconta:
«È stata una trattativa impegnativa, perché prima di questa opportunità del Comune avevamo cercato soluzioni un po’ ovunque a Fano, anche nel privato. Per noi questo bando è stato davvero un regalo, una manna dal cielo, perché non ci aspettavamo una disponibilità così grande dall’amministrazione. Con la nuova riforma regionale avevamo capito che la nostra sede non era più a norma e non avevamo alternative. E siccome oggi non seguiamo più soltanto i malati oncologici, ma anche persone con malattie rare, Alzheimer e patologie croniche, avevamo bisogno di uno spazio dignitoso e accogliente, perché in sede possono arrivare anche i pazienti, non solo i familiari.»
Nel 2025 Adamo ha già seguito 180 pazienti tra assistenze totali e parziali, grazie a un’équipe composta da 2 medici (di cui uno palliativista), 4 infermieri, una psicologa, una fisioterapista e una OSS, organizzata con un Piano di Assistenza Individualizzato aggiornato settimanalmente. È un lavoro continuo, spesso silenzioso dentro le case, che non si è fermato nemmeno durante la pandemia.
«Quando entri in una famiglia – aggiunge Menchetti – non ti prendi cura solo del paziente, ti prendi cura anche di chi gli sta accanto. È per questo che avere una sede adeguata è fondamentale per noi. Il 24 febbraio Adamo compirà 22 anni: farlo entrando in una nuova casa messa a disposizione dal Comune è un segnale bellissimo per noi e per le famiglie che seguiamo.»
Con questa operazione il Comune di Fano recupera un immobile pubblico inutilizzato e lo trasforma in un luogo di cura, ascolto e accoglienza: un esempio concreto di come il patrimonio comunale, oltre a fare bilancio, possa fare comunità.



















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