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Sanità Pesaro: la Fp Cgil pronta a mobilitare i lavoratori

Fp Cgil: “Ora la Regione deve rispondere”

Il logo della CGILLa mancanza del personale e l’assenza di riorganizzazione mettono a rischio la tenuta del servizio sanitario nella nostra provincia. La Funzione pubblica Cgil di Pesaro e Urbino denuncia con forza il preoccupante stato dell’assetto occupazionale del servizio sanitario nella nostra provincia.

 

Gli interventi della Regione sul contenimento dei costi del personale, attraverso lo strumento della limitazione del turn-over, hanno già creato e continueranno a creare, forti disagi, sia per il personale dipendente che inevitabilmente si vedrà aumentare il carico di lavoro sia per i cittadini che di conseguenza non potranno più contare sulla stessa qualità dei servizio fino ad oggi garantita.
 
Nessun processo di riorganizzazione, tanto meno nessuna visione prospettica rispetto a ciò che la sanità pesarese dovrà diventare nei prossimi anni, è stato comunicata in maniera chiara  alle organizzazioni sindacali, tanto meno si riesce a comprendere la sua collocazione all’interno del futuro assetto del servizio sanitario regionale.

Questa la situazione nelle zone della provincia: è stato chiuso un reparto della Rsa di Galantara perché la Direzione Asur (zona territoriale 1) non procede alla piena sostituzione del personale il cui rapporto di lavoro è cessato. La stessa ha comunicato di dover procedere ad una nuova definizione dell’organizzazione del servizio del Dipartimento salute mentale e del Distretto che comporterà inevitabilmente un aumento dei carichi di lavoro per il personale.

Nella zona territoriale 2 di Urbino l’impossibilità di assumere il personale nelle Residenze sanitarie assistite e nelle Residenze protette di Urbania, S. Angelo in Vado e Macerata Feltria, nasconde una  inopportuna riduzione di minuti di assistenza senza riconsiderare i piani di lavoro, con il risultato che un operatore deve governare 20 ospiti non autosufficienti.
 
Per quanto riguarda la zona 3 di Fano con lo scorporo dell’Ospedale Santa Croce, si ritrova con una dotazione organica provvisoria ereditando carenze di personale assistenziale e tecnico ma soprattutto è ancora poco chiara la propria “mission” rispetto ai servizi che la zona vorrà e dovrà garantire.

Sull’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord riteniamo assolutamente anomalo che la stessa Regione provveda da subito a tagliare risorse ad una azienda appena costituita quando invece dovrebbe prevedere nuovi investimenti per agevolarne l’effettiva costituzione. 

Ci sono, secondo noi, due importanti provvedimenti che l’attuale Direzione dovrebbe immediatamente affrontare per dare un senso a tutta l’operazione: in primo luogo determinare subito una dotazione organica che non sia solo la divisione numerica fatta nel 2010, ma sia il risultato di un’analisi approfondita dei servizi e dell’assistenza, intervenendo quindi sulle attività che dall’unione dei due ospedali risultano doppie (ad esempio i  laboratori analisi).
 
Quindi è importante decidere cosa fare a Fano e cosa fare a Pesaro, con quali risorse e personale. Chiediamo anche l’applicazione dell’accordo del 30/11/2010 che impone di definire entro la fine di marzo le committenze tra le due aziende, l’attribuzione dei posti vacanti e soprattutto l’assegnazione del personale amministrativo. Continuare oltre il 31 marzo con l’attuale situazione amministrativa significa rendere ingestibile il sistema.

Se la dimensione del taglio al Fondo sanitario regionale resterà invariata a nostro avviso non saranno più rinviabili scelte nella direzione della riorganizzazione del servizio sanitario regionale. Confidiamo ancora che la trattativa sindacale in corso possa produrre le risposte che lavoratori e cittadini si aspettano, ma, se così non sarà, la Fp Cgil si attiverà per mobilitare i lavoratori in una vertenza a carattere provinciale e regionale.

dalla Segreteria FP-CGIL Pesaro

                                 
 

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Venerdì 25 marzo, 2011 
alle ore 10:31
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