Spinge le figlie a prostituirsi, condannata una mamma a Pesaro
Si è difesa dalla pesante accusa di induzione alla prostituzione minorile affermando che non sapeva che sulle sue due figliolette venissero allungate le mani. Ma ciò non è bastato al tribunale di Pesaro per evitare una condanna di reclusione alla mamma e al suo compagno. E’ questa la storia drammatica emersa nel processo a carico di una mamma rom di 43 anni, domiciliata nel pesarese, accusata e condannata in primo grado per aver mandato le figlie di 10 e 13 anni da alcune persone anziane in cambio di soldi.
Difesa dall’avvocato Marco Defendini, ha sostenuto con forza di aver “inviato” le figliolette da quelle persone perché venivano elargite delle somme di denaro per far fronte alle indisponibilità economiche della famiglia, ma senza sapere che si di loro venisse usata violenza. E invece queste persone, solitamente anziani, toccavano le bambine nelle parti intime.
Il giudice ha condannato la mamma a 7 anni e otto mesi di reclusione per induzione alla prostituzione minorile, e il suo compagno, un uomo di 60 anni, a 6 anni e sei mesi per violenza sessuale proprio sulle figlie della donna.
Della storia s’è venuto a sapere solo dopo l’affido delle due bambine a due nuove famiglie, che ha permesso di far venire alla luce alcuni racconti e alcuni episodi, poi approfonditi tramite psicologi ed esperti.
Il tribunale non ha però sancito l’entità del risarcimento, cosa che spetterà al giudice civile. L’accusa aveva chiesto 9 anni di carcere per i due adulti (la mamma e il compagno), mentre la difesa ha già annunciato ricorso in appello.
di Carlo Leone
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