Il Vescovo Trasarti scrive alle famiglie
Se mi vuoi bene, dimmi di no! L’amore non consiste in un buonismo vago e indifferenziato, ma in una autentica ricerca del bene dell’altro. Ma il bene dell’amato si raggiunge anche dicendo dei no.
«È uno dei passaggi della Lettera alle famiglie che il Vescovo Armando Trasarti ha scritto in occasione dell’inizio della Quaresima – evidenzia don Giacomo Ruggeri, Portavoce – in cammino verso la Pasqua. Mons. Trasarti ha consegnato la Lettera ai sacerdoti, dal titolo “La famiglia che educa”, in occasione dell’inizio della visita alle famiglie per la benedizione quaresimale».
La famiglia è il principale protagonista dell’educazione. Il bambino in essa comincia ad essere senso di se stesso e consapevolezza degli altri, in essa nasce la prima relazione, il primo Sé. Un buon rapporto con i genitori favorisce un giusto sviluppo della vita, un cattivo rapporto è causa di turbe del carattere e del comportamento. «Nel parlare alla famiglia il Vescovo – precisa don Ruggeri – è consapevole che l’influenza della famiglia è decisiva perché in essa il bambino, fin dai suoi primi anni, struttura la propria coscienza, si forma il suo equilibrio.
La famiglia è il luogo della appartenenza dove si sviluppa e ricerca la propria identità che sarà premessa alla identità adulta». In sette punti il vescovo Trasarti pone l’accento su alcune regole che la famiglia stessa faccia bene a riappropriarsene, quali: Il senso dell’autorità, dire ‘sì’ e dire ‘no’, parlarsi in famiglia, condividere l’interiorità, educare alla fatica, educare all’autonomia, trasmettere la fede in famiglia.
Il Vescovo di Fano è cosciente che in un mondo che da un lato esalta il benessere e assolutizza il piacere – conclude il Portavoce – parlare di educazione alla fatica e di impegno serio e laborioso può sembrare davvero fuori luogo. Amare i propri figli non vuol dire risparmiarli dalla fatica; piuttosto significa rispettarli, non chiedere loro un impegno sproporzionato alle loro capacità, comunicare l’orgoglio della vittoria contro le difficoltà, offrire loro la possibilità di sperimentarsi anche con obiettivi difficili e impegnativi.
Dalla Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola
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