Wwf: tagli di alberi a Mercatale, a Pergola e a Pesaro
Siamo costretti ad osservare ancora una volta come il verde urbano sia considerato alla stregua di un ornamento superfluo delle città, sempre sacrificabile alle esigenze, reali o opinabili, della viabilità, dell’edilizia e della manutenzione.
Non si vuole certo negare l’importanza dei lavori che si rendono necessari in città: possano essere di ristrutturazione di reti idriche e fognarie oppure di ripristino di manti stradali e marciapiedi. Ciò che si evidenzia è che a farne le spese è sistematicamente il verde pubblico, soprattutto le alberature cittadine.
Siamo certi che se gli alberi di città fossero tenuti nella stessa considerazione di altri elementi urbani, spesso si potrebbe evitare il sacrificio di chi per decenni ha provveduto, senza chiedere altro che essere lasciato in pace, a ridurre inquinamento atmosferico (abbattimento polveri), rumore, calore estivo e a donare bellezza (e le nostre città ne hanno sempre più bisogno!). Era davvero senza altra soluzione questo caso? O si sceglie la strada facile perchè tanto gli alberi si ripiantano?
Una buona progettazione del verde urbano dovrebbe conoscere e prevedere le conseguenze dell’impianto di questa o quella specie, in termini di sviluppo apparato radicale, della chioma, e saper scegliere la specie giuste, per evitare dopo 20-30 anni di dover azzerare tutto e ripartire da capo.
Nel caso in oggetto vorremmo sapere con carte e dati tecnici alla mano se questa strage di alberi è inevitabile o è un diktat dell’impresa, oppure una scorciatoia per rendere più massivo e semplice il lavoro. Certo che fare restauro e manutenzione è più delicato che buttare via e rifare di nuovo, ma chi permetterebbe di farlo su un bene di un qualche valore? E gli alberi delle città sono beni, collettivi, spesso storici, talvolta secolari che hanno un valore inestimabile
E’ sempre più necessario un cambio di rotta, un aumento del rispetto e della sensibilità e contemporaneamente delle capacità tecniche, sia per la progettazione che per le successive manutenzioni ordinarie e straordinarie.
Ci chiediamo se davvero non si può fare diversamente.
Dal WWF Marche
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