Si conclude la terza edizione del progetto “Giovani, teatro, territorio”

I partecipanti hanno vissuto un’esperienza creativa di espressione e comunicazione teatrale, attraverso la conoscienza di tecniche di animazione espressiva, metodologie per l’organizzazione della creazione teatrale, tematiche e tecniche della drammatizzazione e della composizione scenica.
Fondamentale per la riuscita del laboratorio è stato il confronto tra i partecipanti sull’individuazioni di ‘luoghi’ di interesse storico-archeologico che potessero ispirare l’immaginario giovanile.
Dopo un confronto su diversi luoghi di interesse storico e architettonico, la scelta è ricaduta sulla Rocca Malatestiana di Fossombrone, grazie anche alle curiosità suscitate da una approfondita ricerca, stimolata anche dagli studi e dalla collaborazione dello storico Renzo Savelli.
L’edificio fu costruito nel 1266 sulla base della proposta fatta dal cardinale Paltinieri, Rettore della Marca, a Papa Clemente IV, per garantire il dominio sulla città di Fossombrone appena riconquistata dai Guelfi ai danni della fazione che aveva appoggiato il Ghibellino Manfredi, sconfitto quell’anno a Benevento. Del 1447 è, invece, il rafforzamento della struttura, ad opera di Federico da Montefeltro, che commissionò il progetto a Francesco di Giorgio Martini. Fu in quella circostanza che la forma della Rocca cambiò da quadrilatero a testuggine per diventare ‘maschio’ o caput carenato, preso a modello esemplare di fortificazione bellica nei secoli successivi.
Gli spalti della Rocca furono demoliti nel 1502 e solo oggi, dopo un primo intervento del 1968, sarà oggetto di restauro da parte del Comune di Fossombrone, d’intesa con la Soprintendenza.
Nell’ azione teatrale il gruppo dei giovani si è ispirato in particolare al ritrovamento, risalente all’inizio del XVIII secolo, di un’armatura contenente le ossa di un uomo in piedi, sepolto vivo. A molti piace pensare che sia nientemeno che uno dei tre personaggi che congiurarono nella prima metà del XIV secolo contro la vita di Malatesta e Galeotto, signori di Pesaro e Fossombrone. Uno dei tre, Ferrantino, fu fatto scappare mentre erano tutti rinchiusi nel castello di Gradara; gli altri, Malatestino dall’Occhio e suo figlio Guido, furono portati nella rocca di Fossombrone e lì uccisi.
La performance è agita da Chiara Alfieri, Mattia Capotorto, Francesca Duranti, Arianna Joyce Capra, Riccardo Mariani, Valentina Pierini, Fosca Raia, Alessandra Romagnoli, Andrea Speranzini, Alice Torreggiani, Lucia Uguccioni.
Il laboratorio è stato condotto presso il Centro Civico Montecelso di Fossombrone dall’attore Paolo Polverini e diretto da Vito Minoia, docente di Teatro di Animazione all’Università di Urbino e regista del Teatro Aenigma, organismo che svolge dal 1987 un’attività di ricerca nel campo della pedagogia teatrale e del teatro per ragazzi e giovani.
Dopo i saluti delle autorità le rappresentazioni si terranno nel giardino antistante la chiesetta di Sant’Aldebrando. Al termine sarà offerto a tutti un rinfresco.
E’ un’iniziativa promossa dall’Ambito territoriale Sociale n. 7 di Fossombrone in collaborazione con i Comuni di Cartoceto, Fossombrone, Isola del Piano, Montemaggiore, Montefelcino, Saltara, Sant’Ippolito, Serrungarina, cofinanziata dalla Provincia di Pesaro e Urbino. L’ingresso è libero.
Ufficio Stampa Teatro Aenigma – Romina Mascioli – tel. 3336564375
dal comune di Fossombrone
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