Lucrezia: il Vescovo Trasarti convoca l’ Assemblea Pastorale Diocesana

Intervista al Direttore per la Pastorale. Sede di Lucrezia.
Si rivolge a tutti gli operatori pastorali, ministri ordinati e non ordinati, a tutti i cristiani impegnati nelle parrocchie e oltre le parrocchie, a tutti coloro che vivono la missione affidata da Cristo ai suoi discepoli di essere in ogni tempo e in ogni luogo luce, sale e lievito per il mondo. Vuole essere un momento in cui la chiesa diocesana si raduna intorno al Vescovo nella varietà dei ministeri e dei carismi per verificare la sua azione pastorale, leggere profeticamente questo momento della storia, gli appelli di Dio e i bisogni degli uomini, e individuando alcune priorità programmare le future attività costruendo un calendario comune.
Quali i temi e i relatori?
Abbiamo deciso nella riunione di tutti gli uffici diocesani per la pastorale di centrare la nostra assemblea sul tema della “Parola di Dio nella vita e nella missione dei cristiani”, per non lasciar cadere le indicazioni operative del Sinodo, per valorizzare quello che lo Spirito a suggerito alla Chiesa, per concretizzare le indicazioni già espresse nella lettera pastorale del nostro Vescovo, dare maggiore impulso all’ascolto e al dinamismo della Parola di Dio nelle nostre comunità parrocchiali, nell’intera diocesi.
Ci aiuterà nella riflessione don Nazzareno Marconi, Rettore del Seminario Regionale di Assisi, Insegnante di Esegesi dell’AT all’Istituto Teologico di Assisi. Chiaramente L’assemblea ci vuole tutti protagonisti. La relazione dell’esperto riscalda il cuore, stimola, provoca ma poi dobbiamo essere noi a focalizzare le priorità, interpretare le necessità, programmare l’agire pastorale della nostra Chiesa.
Quale ruolo riveste oggi la formazione dei laici?
La formazione è sicuramente strategica, imprescindibile. Solo un cristianesimo di convinzione è capace di tradizione, di trasmissione della fede, di inculturazione del Vangelo. Solo cristiani capaci di dare ragione della speranza che li abita fanno davvero crescere il regno di Dio tra le pieghe della storia, e soprattutto come dice san Paolo nella lettera ai Romani:“Non si lasciano conformare alla mentalità di questo secolo, ma si trasformano continuamente rinnovando la mente, per discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.” In altre parole solo cristiani informati e formati non si lasciano omologare, sanno essere missionari che seducono con la coerenza e la bellezza della proposta.
La sola Formazione non basta. Cosa fare per crescere nella fraternità, per sentirsi ed essere più chiesa?
Sono sempre più convinto che prima di ogni sforzo volontaristico c’è l’accoglienza del dono.Se ci lasciamo fare cristiani possiamo diventare cristiani. Se ci lasciamo fare Chiesa possiamo davvero vivere da fratelli e sorelle per essere il sacramento dell’unità di tutto il genere umano. Ecco allora la centralità e il primato dell’ascolto. E’ l’ascolto della Parola di Dio che nasce dall’Eucaristia e rimanda all’Eucaristia che ci fa Chiesa. E’ la parola di Dio che ci congrega, ci rende capaci di vivere con un cuore solo e un’anima sola, ci spoglia di ogni egoismo, ci pota per portare più frutto, ci affratella, ci spinge a donare la vita per possederla davvero, ci fa coraggiosamente osare la profezia dell’amore, la denuncia e l’annuncio del vangelo. Allora dobbiamo anzitutto metterci in ascolto. Gesù la ricordato a Marta agitata, elogiando Maria per aver scelto lciò che non può mancare. E’ questo che restituisce freschezza, fecondità, gioia al nostro servizio, al nostro agire pastorale. Davvero dobbiamo educarci ad ascoltare Dio attraverso la Bibbia e oltre, dobbiamo educarci ad ascoltare Dio nell’Eucaristia perché è li che la sua parola massimamente avviene ma ricordandoci che l’Eucaristia è fonte e culmine, c’è un respiro che esige tutta la vita, c’è un prima e un dopo…c’è la missione e la solidarietà.
Come aprire le porte al mondo a partire dalla tre giorni?
La chiesa locale che si raduna attorno al vescovo nella varietà dei carismi e ministeri non è una parte della chiesa universale ma è la stessa chiesa universale, cattolica presente qui e ora. Per questo nella programmazione dobbiamo pensare alle nostre parrocchie, alle sfide che ci vengono dall’ambiente che ci circonda ma senza mai dimenticare il mondo, le altre diocesi, le altre chiese e le chiese altre. Perché alla fine siamo proprio noi coloro che vengono inviati per portare il vangelo fino agli estremi confini della terra. Non possiamo delegare. Noi siamo corresponsabili. Sentiamo la presenza dei Fidei Donum, dei missionari, facciamo memoria di quello che vivono e sperimentano, facciamo circolare le esperienze…
E i giovani ? potranno essere coinvolti attivamente nella formazione?
Sicuramente. Sono davvero imprescindibili. La chiesa si ringiovanisce se fa spazio ai giovani, se si lascia schiodare, scomodare dal coraggio e dalle freschezza dei giovani…Credo che l’assemblea ci fa prendere coscienza che siamo il popolo di Dio che cammina dentro la storia e il popolo di Dio è fatto di famiglie, di anziani, di giovani, generazioni diverse…con un unico grande obbiettivo permettere a Dio di regnare, cioè salvare, riscattare ogni vita, offrire la pace…
Di Carlo Leoni
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