Rotary Club Pesaro e Ande ospitano Cisnetto per parlare di politica e riforme
Dice di se stesso di essere un ‘battitore libero’. Animatore di “Società aperta” e “Cortina Incontra”, certamente Enrico Cisnetto è una figura professionale fuori dal comune. Il Rotary Club Pesaro, presieduto dall’avv. Salvatore Giordano, e l’Ande, Associazione Nazionale Donne Elettrici, guidata da Irma Gamba, lo hanno ospitato per parlare di politica, uno dei suoi cavalli di battaglia.
Davanti ad un pubblico molto qualificato (erano presenti, fra gli altri, i presidenti di tutti i Rotary Club della provincia di Pesaro Urbino), Cisnetto ha parlato con molta chiarezza. “La politica italiana – ha detto – non è mai stata così minuscola come oggi, sempre presente negli scandali, nella TV spazzatura, nelle risse dei talk-show”. “E’ rimasta immobile mentre il mondo cambiava con la caduta del muro di Berlino e la nascita della globalizzazione” .
“Mentre altrove si pensava all’unione e si attuavano le riforme, – ha spiegato il giornalista – in Italia si parlava di federalismo per dividere e non per unire e il nostro sistema politico non era in grado di assumere decisioni velocemente”. “La conseguenza di tutto ciò è che lo sviluppo del Paese ne ha risentito: basti considerare il gap esistente fra il PIL italiano e quello degli altri Paesi, anche a noi vicini.”
“Sarebbe importante – ha continuato Cisnetto – avere una diagnosi corretta di cosa fare, ma la discussione politica è incentrata sullacontrapposizione fra pessimisti e ottimisti, schierati su fronti politici opposti, o sulle divisioni presenti all’interno di una stessa corrente invece che su programmi da realizzare”.
“Di certo, una prima azione da intraprendere dovrebbe riguardare la spesa pubblica per investimenti utili al Paese e poi subito la riforma delle pensioni con l’innalzamento dell’età pensionabile; la riforma del sistema sanitario con la ricentralizzazione del sistema sanitario, che consentirebbe un maggior controllo; la riforma degli assetti istituzionali con la riduzione del numero dei comuni, l’abolizione delle province, la riduzione del numero delle regioni e l’abolizione di vari istituti di secondo e terzo grado ed infine il debito pubblico”.
“La società italiana – ha concluso – non è abituata ad un soggetto politico che ha potere e responsabilità, di cui deve rispondere alle successive elezioni”. “L’auspicio è quello di rivivere le condizioni degli anni ’50, nei quali l’Italia ha dato vita al cosiddetto miracolo economico, e di iniziare una terza Repubblica, nella quale la borghesia non deleghi ad altri la propria rappresentanza”.
Al termine, nel corso di alcune considerazioni sull’argomento della serata, il presidente del Rotary Salvatore Giordano ha sollevato il tema della “responsabilità della classe dirigente, che deve impegnarsi, nell’attuale difficile momento per il nostro Paese, ad alimentare il dialogo ed il confronto piuttosto che le divisioni”.
dalla Confindustria di Pesaro e Urbino
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