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Pesaro e Fano: la Cgil rilancia l’allarme sanità

Tagli: una ulteriore penalizzazione per il territorio provinciale

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Nel mentre che i due sindaci di Pesaro e Fano tentano l’impossibile, e cioè recuperare  gli incredibili tagli che Marche Nord e l’intera rete ospedaliera provinciale hanno subito con la delibera di giunta 735 del maggio 2013, la Giunta Regionale ha dato esecutività ad una serie di delibere, tra agosto e settembre, che messe in fila danno bene l’idea di come stia continuando l’impoverimento della sanità provinciale.  Restano per ora intatti i tagli al personale previsti per Marche Nord per il 2015, un milione di euro in meno e il rischio, molto concreto è che i tagli alle Regioni già previsti in Legge di Stabilità pregiudichino anche l’ultima possibilità di accedere alle risorse aggiuntive previste dal Patto per la Salute. Insomma, non ci aspetta nulla di buono, neanche sul piano nazionale.

Intanto la Dgr 1013 dell’8 settembre, quella che ha riassegnato circa 32 milioni di euro ai bilanci 2014 delle aziende del Servizio Sanitario Regionale (Asur, Marche Nord, Torrette e Inrca), prevede l’assegnazione degli oramai noti 2,6 milioni a Marche Nord (Radio terapia e nuovo Polo endoscopico) e, degli oltre 21 milioni complessivamente assegnati all’Asur, il nostro territorio vede solo l’assegnazione di 800.000 euro per Fossombrone per l’acquisto di una nuova Risonanza Magnetica. Punto. Poi ci sono circa 8 milioni di euro, per tutta la regione,  dei 21 complessivamente dati all’Asur, destinati al sistema della residenzialità, cure domiciliari e case della salute. Un tema fondamentale, non solo per il futuro del sistema territoriale sanitario ma anche perché la nostra provincia presenta forti disomogeneità e carenze su questi temi, tra RSA e Residenze Protette, per non parlare di tutto il tema della non autosufficienza e dei servizi di sollievo diurno per le persone non autosufficienti, come ad esempio il Centri per i malati di Alzheimer. Ed ecco che si scopre che dei 110 posti aggiuntivi per i centri diurni Alzheimer da noi non ne arriverà nessuno. E se è vero che vengono assegnati a chi non ne aveva nessuno è anche vero che Fabriano, Jesi, Macerata,  San Benedetto ed Ascoli, dopo la ripartizione, ne avranno più di Pesaro e Fano, la seconda e terza città delle Marche, che continueranno ad averne rispettivamente 14 e 16. Dei 200 posti letto aggiuntivi di Residenza Protetta per anziani non autosufficienti, solo 35 verranno assegnati all’area vasta provinciale, di cui ben 30 a Pesaro e solo 5 a Fano.

Da notare che mentre il Distretto di Pesaro (con una popolazione complessiva di circa 132.000 abitanti) ha una estensione territoriale limitata, quello di Fano arriva fino a Pergola. Con evidenti e inevitabili disagi per i pazienti e per i loro familiari. Dei 193 posti letto di residenza protetta convenzionati col SSN che il distretto di Pesaro, e i suoi cittadini, hanno a disposizione, ben 153 sono a Pesaro città e 40 a Mombaroccio. Il distretto di Fano ha quasi 139.000 abitanti e dei 295 posti convenzionati solo 70 sono nel territorio del comune di Fano.  Infine, per ciò che riguarda le tanto attese Case della Salute, lo stanziamento previsto da qui a fine anno per 5 strutture, una per Area Vasta (non è dato sapere quali) è di appena 1 milione di euro. Dove nasceranno  in questo territorio le Case della Salute? In quale struttura e, sopratutto, saranno pubbliche o private? Nessuna indicazione per il futuro, per il 2015 che è dietro l’angolo. A breve ripartirà il confronto regionale su un ulteriore stanziamento di risorse per complessivi 400 posti di residenza protetta per non autosufficienti e 80 posti di Rsa. A chi verranno assegnati? Fano avrà finalmente diritto ad una Rsa pubblica come da tempo tutta la città richiede?

Avendo subito il taglio pesantissimo di posti letto, in particolare di medicina e lungodegenza, riteniamo sia fondamentale che si discuta di questo, che si apra un confronto che deve essere anche istituzionale su questi aspetti. Il confronto su temi così delicati e importanti non può avvenire tra pochi, ci si preoccupa, con scarsi effetti a quanto pare, di distribuire specializzazioni per acuti lungo la costa senza pensare che la sanità è in realtà una macchina estremamente delicata e complessa che andrebbe curata in ogni ingranaggio, dalla prevenzione, all’ospedale, al territorio, e non può essere questione di due Sindaci ma dell’intera comunità provinciale. Altrimenti continuerà, nonostante tutto, una vera e propria spoliazione dei servizi sanitari del nostro territorio. È anche per questo che chiediamo che riparta prestissimo un confronto con le Organizzazioni Sindacali

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