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Pesaro e Urbino: altro anno nero per l’economia ma ci sono anche segnali di ripresa

Un incontro della CNA fa il consuntivo delle imprese nel 2014

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I dati relativi all’anno che si chiude per la provincia di Pesaro e Urbino svelano, in generale, un quadro sconfortante per l’economia e le imprese seppur con qualche piccolo segnale di ripresa. Una realtà purtroppo fatta di tanti numeri con il segno meno: fatturati, posti di lavoro, investimenti e qualche timido dato incoraggiante come ad esempio l’apertura di nuove attività e le esportazioni. Insomma, un 2014 che va in archivio con altri dodici mesi nerissimi per il Paese e l’economia della nostra provincia.

Purtroppo è proseguito, anche quest’anno, il fenomeno di erosione del tessuto di imprese del territorio. Tante aziende, soprattutto le piccole, hanno continuato in silenzio a chiudere i battenti. In questi ultimi tre anni se ne sono perse oltre 3mila. Una cifra impressionante per una realtà fatta di tante piccole e piccolissime imprese. Altre sono tutt’ora in grave difficoltà mentre tante persone hanno perso il posto di lavoro e altre sono ancora in cassa integrazione.

Gli unici segnali positivi sono arrivati sul fronte delle esportazioni che, nonostante la crisi internazionale, hanno continuato a crescere anche se limitatamente al secondo semestre dell’anno. Un timido segnale positivo che ci rincuora a metà e che può cercare di infondere un pò di fiducia tra gli imprenditori. Se il nostro made in Italy continua ad incrociare alcune congiunture positive (la flessione del dollaro, la diminuzione del costo del petrolio, etc.), le esportazioni potrebbero ripartire alla grande registrando le impennate dello scorso anno con quasi l’8% in più.  Ed è per questo che CNA guarda con attenzione ai mercati esteri e alle opportunità offerti da questi per i propri associati. Grazie soprattutto all’export in provincia di Pesaro e Urbino stanno tenendo in vita alcuni settori storici: la meccanica in primis e la manifattura. Sono ancora in forte affanno le costruzioni, nonostante incentivi e bonus fiscali. Vanno ancora male il tessile, il mobile, la nautica, l’autotrasporto e l’alimentare (soprattutto sul fronte delle esportazioni a causa delle crisi internazionali),  mentre va meglio l’accoglienza turistica e parte della ristorazione.

Secondo il presidente provinciale della CNA, Alberto BarilariRegna insomma ancora una situazione di grande incertezza, un crescente senso di insicurezza; le imprese insomma continuano a soffrire.  In questa fase difficile la CNA continua ad essere impegnata per cercare di sostenere le proprie imprese, anche a livello istituzionale. Sul fronte degli appalti ad esempio raccomandiamo ancora una volta agli Enti pubblici l’istituzione di una corsia preferenziale per le piccole imprese che dovranno essere favorite negli appalti pubblici attraverso la creazione di apposite liste di aziende del territorio per la partecipazione a gare nei lavori con importi inferiori al milione di euro. Per quanto riguarda il pagamento di lavori e/o forniture dagli enti pubblici alle imprese, chiediamo  che vengano concessi pagamenti entro tempi ragionevoli”.

E Moreno Bordoni, segretario provinciale dell’associazione aggiunge: “La CNA invoca inoltre da tempo una forte riduzione della burocrazia a carico delle imprese ed una riduzione della spesa pubblica improduttiva. Decisiva su tutte è però la questione del credito. In questa fase occorre che gli istituti di credito garantiscano finanziamenti alle imprese. CNA considera ancora strategico e centrale il ruolo dei Confidi regionali, che va ulteriormente rafforzato”.

 

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