III riunione del tavolo provinciale sul credito presso la Prefettura di Pesaro e Urbino
Si è tenuta venerdì 19 presso la Prefettura la terza riunione del Tavolo provinciale per il monitoraggio dei flussi di credito, avente il compito di analizzare per dati aggregati le problematiche che si evidenziano e proporre soluzioni da applicare a livello locale.
Alla riunione, presieduta dal Prefetto Dr. Alessio Giuffrida hanno partecipato, insieme con i rappresentanti degli Enti locali (Provincia, e A.N.C.I.) ed i vertici istituzionali del mondo economico e finanziario (Banca d’Italia, Camera di Commercio, Direzione Territoriale Economia e Finanze), il Comandante provinciale Guardia di Finanza, il Vicequestore Vicario e il Comandante provinciale Carabinieri, i rappresentanti degli istituti di credito (A.B.I.), degli imprenditori (Confindustria, A.P.I., Confartigianato, CNA, Casartigiani, C.I.A., Cooperative), del commercio (Confcommercio, Confesercenti), , nonché i rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL.
La riunione è stata dedicata innanzitutto all’esame di una ricerca commissionata dalla Camera di Commercio, su iniziativa di questa Prefettura, al Dipartimento di Economia e Metodi quantitativi dell’Università di Urbino. La ricerca, condotta, sotto la direzione del Prof. Ilario Favaretto, su un campione di imprese della provincia, ha avuto come oggetto l’eventuale relazione tra crisi del credito e possibile sviluppo di fenomenologie usurarie o di canali di credito illegali nel tessuto economico provinciale.
Dall’indagine anonima, in estrema sintesi, sono risultate indicazioni rassicuranti, sostanzialmente coincidenti con i dati emersi dal costante monitoraggio attuato dalla Prefettura e dalle Forze di polizia: tra le imprese intervistate solo una ha dichiarato di aver avuto proposte usurarie da un soggetto singolo. Tutte le altre, pur ravvisando alcune difficoltà nel rapporto con le banche, hanno rappresentato di non aver mai sentito la necessità di ricorrere a circuiti malavitosi o illegali.
Inoltre, quasi il 70% delle stesse imprese ha dichiarato di essere a conoscenza degli strumenti di sostegno alle vittime di usura e di racket. Nell’indagine si è inoltre evidenziato il positivo rapporto tra mondo imprenditoriale ed istituzionale, che nei momenti di difficoltà ha saputo fornire risposte adeguate alle esigenze delle categorie produttive.
Per quanto concerne i dati più aggiornati sull’andamento dell’economia provinciale, gli elementi di preoccupazione già emersi nei primi due trimestri del 2009 si sono particolarmente acuiti nel terzo e quarto trimestre dell’anno, con il consolidarsi di dati quali il calo dei prestiti bancari (-0,6%) e dei depositi bancari (-1,8%) (in entrambi i casi in misura maggiore del dato regionale), l’aumento in modo esponenziale del ricorso alla CIG (+761% tra il 2008 e il 2009) e il sensibile aumento dei disoccupati iscritti presso i Centri per l’impiego (circa 40.000) e le iscrizioni nelle liste di mobilità, cui si accompagna, per chi non perde il lavoro, una tendenza alla precarizzazione dei contratti di lavoro o alla trasformazione di rapporti di lavoro dipendente in forme di rapporto atipico o irregolare.
E’ risultato abbastanza diffuso il ricorso alla moratoria del debito per le P.M.I. e per le famiglie attuato dalle banche, nonché ai fondi di sostegno sociale messi a disposizione dalla Regione e dalla Provincia in favore di famiglie ed imprese.
In tale difficile scenario è risultato confermata l’esigenza che il mondo bancario ed istituzionale, la Camera di Commercio, nonché le associazioni di categoria e i loro Confidi, ciascuno nei rispettivi ambiti di interesse e di capacità di intervento, supportino, anche nell’ambito di tavoli di confronto comune, gli sforzi delle imprese nel resistere alla crisi economica e nel garantire l’occupazione.
Al contempo gli Enti locali e le Istituzioni preposte alla promozione e allo sviluppo dell’economia locale dovranno individuare, anche col supporto del mondo accademico, le migliori strategie di recupero delle precedenti quote di fatturato non solo nelle aree di consolidato export, ma anche nei mercati in rapido sviluppo, dove la presenza dell’export pesarese è ancora esigua.
dalla Prefettura di Pesaro e Urbino
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