Urbino: in mostra tre ritratti prestati dal Louvre appartenuti al Duca Federico
La mostra "Lo Studiolo di Federico di Montefeltro" sarà un evento legato a Expo 2015

Grazie a un’importante mostra organizzata dalla Regione Marche alla Bit dal 7 marzo al 5 luglio torneranno dal Louvre tre dei 14 ritratti illustri appartenuti al pantheon di Federico da Montefeltro, Duca di Urbino. Si tratta dei ritratti di Aristotele, Seneca, Dante allocati tra le 14 tarsie lignee dello Studiolo del Duca a Palazzo Ducale.
I dipinti vennero separati dal loro luogo originale nel 1632 e portati a Roma dal cardinale Antonio Barberini. Nel 1863 14 tavole finiscono al Louvre, acquistate da Napoleone II, e lì sono conservate ancora oggi, sostituite a Urbino da copie color seppia. Nel 1934, lo Stato italiano acquistò 14 tavole, ma il corpus dell’opera rimane però frammentato per sempre. La mostra “Lo Studiolo di Federico di Montefeltro. Il ritorno degli uomini illustri alla Corte diUrbino” – promossa dalla Regione Marche insieme alla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche e la collaborazione del Comune di Urbino – consentirà di ricostituire il colpo d’occhio originario e studiare i rimandi fra i vari quadri.
Curata dalla soprintendente Maria Rosaria Valazzi, sarà uno degli appuntamenti dell’Expo. Lo studiolo, spiega la curatrice, ”è un ambiente voluto da Federico di Montefeltro come una sorta di autobiografia ideale, esempio di una tipologia che conta pochi esemplari superstiti. Rispondeva all’idea di ricreare un ambiente adeguato a favorire studio e riflessione, radunando in uno spazio privato immagini di sapienti con i quali instaurare un dialogo virtuale, e oggetti rari”.
Tra i ritratti a olio figurano personaggi come Mosè, Salomone, Omero, Platone, Cicerone, e alcuni contemporanei del Duca. ”Questa eccezionale ricomposizione, accompagnata da un innovativo apparato multimediale – sottolinea Maria Rosaria Valazzi – non solo consentirà di studiare uno degli esempi più importanti dell’arte rinascimentale italiana, ma saprà anche rievocare il clima culturale della corte urbinate nell’ultimo decennio di vita del Duca”.
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