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Convegno sul valore e la salvaguardia della biodiversità all’Eremo di Monte Giove

L'eremo di Monte GioveSabato 10 aprile all’Eremo di Monte Giove si è tenuto il convegno “Carta della Terra. Biodiversità: tra etica, religione e scienza”. La nostra associazione ha contribuito alla buona riuscita del convegno, organizzato dalla Federazione Nazionale Pro Natura.

La conferenza, presieduta da Valter Giuliano, presidente della Federazione Nazionale Pro Natura, ha visto gli interventi, oltre che di uomini di scienza, tra cui quello di Corrado Maria Daclon (“La Carta della Terra 10 anno dopo”) e del Prof. Vincenzo Caputo dell’Università Politecnica delle Marche (“Infinite forme bellissime: evoluzione e diversità della vita”), anche di uomini di chiesa: come quello di Salvatore Frigerio dell’Eremo di Monte Giove (“Il Codice Forestale Camaldolese”) e quello in videoconferenza di Enzo Fortunato del Convento di Assisi (“Il valore del messaggio di S. Francesco per la natura e l’ambiente”).

Tutti i relatori hanno evidenziato ipericoli derivanti dall’erosione della biodiversità e gli sforzi fatti (o non fatti) per arrestarla. Ad esempio, il Dott. Alessandro Andreotti dell’ISPRA (ex INFS) ha illustrato i piani d’azione attuati per la conservazione di alcune specie di uccelli che rischiano di scomparire dal nostro Paese, quali il Capovaccaio ed il Pollo Sultano.

Il Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Vittorio Ducoli, ha spiegato gli sforzi fatti dall’Ente per la salvaguardia delle specie bandiera del parco, in particolare Orso Bruno Marsicano e Camoscio d’Abruzzo. Dal contributo della Prof.ssa Maria Balsamo dell’Università di Urbino, che ha avuto per tema “Biodiversità: conoscerla per proteggerla”, è emerso che per il riconoscimento delle specie sempre più spesso si fa ricorso alle nuove tecnologie della tassonomia molecolare che utilizzano il sequenziamento del DNA, ma sono sempre di meno i ricercatori che si dedicano alla tassonomia tradizionale e che hanno una conoscenza diretta (e non solo molecolare) degli organismi.
 
Grazie all’ampia relazione del Prof. Roberto Danovaro, Direttore del Dipartimento di Scienze del Mare dell’Università Politecnica delle Marche, una approfondita attenzione è stata  rivolta ai problemi della conservazione della biodiversità nel Mare Mediterraneo.

Il Prof. Edoardo Biondi dell’Università Politecnica delle Marche ha evidenziato che lo strumento europeo Rete Natura 2000, è rimasto inattuato soltanto in Italia e in Grecia, mentre in tutti gli altri Paesi Europei (compresi gli ultimi entrati nell’Unione: Bulgaria e Romania) le aree SIC e ZPS stanno svolgendo la loro funzione di salvaguardia della biodiversità. Addirittura, la Provincia di Pesaro e Urbino, lo scorso anno, anziché impegnarsi per far funzionare le aree della Rete Natura 2000 presenti nel proprio territorio, ha preferito convincere la Regione Marche ad eliminarne alcune e ridimensionarne altre.

dall’Associazione Argonauta


 

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Martedì 20 aprile, 2010 
alle ore 21:31
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