Pazzesco Valentino Rossi: in Argentina una grande vittoria in rimonta
Nel circuito di Rio Hondo parte ottavo ma riprende Marquez, che poi cade, e va a trionfare
Valentino Rossi mette il suo secondo sigillo – e siamo ancora all’inizio – nel GP d’Argentina del Motomondiale e lo fa al termine di una gara inenarrabilmente pazzesca davanti alla Ducati di un magico Dovizioso e alla Honda non ufficiale di un “rognoso” Crutchlow che beffa Iannone sul traguardo, privandoci del sogno di un podio tricolore. Rossi, partito ottavo dalla griglia d’avvio, risale posizioni su posizioni fino ad arrivare a prendere Marquez per poi infilarlo a 3 giri dalla conclusione con lo spagnolo che non ci sta, duella e poi cade dopo aver toccato la posteriore della Yamaha di Valentino.
Ricordiamo tutti alla perfezione il refrain di una famosa canzone del giullaresco Pierò Pelù, ecco… nel circuito griffato Red Bull in Argentina il “toro” più “loco” di tutti è Valentino Rossi che partendo dalle seconda fila della starting greed se li mangia tutti, ma proprio tutti, da Espargaro fino a Marquez e trionfa dopo un acerrimo duello con il Marcziano che può solo mangiare la polvere amara del circuito assaggiando la dura legge dell’asfalto, poiché sa bene che contro i missili non si può competere. La gara è una di quelle indimenticabili. L’ennesima, conoscendo il dottore, nella quale con Valentino Rossi a palla non si può mai sapere come va a finire se non dopo la bandiera a scacchi. Abituiamoci alla meraviglia.
La cosa davvero incredibile, nell’imponderabilità generale, è che le Yamaha ufficiali per tutto il weekend di qualifica avevano dato segnali poco incoraggianti, e mentre le Ducati e le Honda volavano, Rossi e Lorenzo continuavano a non trovare il bandolo di una complicata matassa. Lorenzo rimane tristemente ancorato ai suoi dubbi e ai suoi problemi anche in pista, il “dottore” invece, individuato il male, la cura la trova sempre e allora ecco l’illuminazione prima della gara dopo aver fatto un tempone – purtroppo non in qualifica – con una gomma durissima: montare la extra-hard nel posteriore e avere non la speranza, ma la certezza che gli altri prima o poi nel corso dei 25 giri avrebbero ceduto. Valentino sarà sì “loco”, ma mica scemo. Strategia elaborata con quella volpe di Flamigni del team Yamamha e il Maradona delle moto è già lì che fa le penne sulla bandiera a scacchi.
Non ha senso l’ “under investigation” dei giudici di gara sulle responsabilità della caduta di Marquez: Rossi svernicia lo spagnolo perché ne ha tanto di più, Marquez avrebbe dovuto starci e conservare la seconda posizione, ma l’orgoglio frega anche i campioni, rodendo dentro come un coccio di bottiglia infilato nella gola, e allora ecco l’errore, il pensiero di un controsorpasso impossibile, illegittimo, impraticabile, almeno per le leggi fisiche di questo universo. Valentino vola primo a 66 punti in classifica, un grande DesmoDovi lo segue distanziato di soli 6 punti mentre Marquez si allontana nelle retrovie staccato di una trentina di lunghezze, ma non crediate che sia finita così perché sarà un Motomondiale al cardiopalma.
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