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“Visioni della Grande Guerra”, un libro di grande attualità a Orciano

Ne parlano venerdì 20 novembre i curatori Marco Severini e Ilaria Biagioli

Guerre, Donne in guerra

Nonostante il tempo trascorso, la crisi dei sistemi politici del novecento, la globalizzazione e l’avvento di un’età post-ideologica, le guerre mondiali restano dei nodi dell’immaginario comune e condizionano il modo in cui l’opinione pubblica si confronta col tema della guerra.


Nei quattro comuni dell’Unione Roveresca, Barchi, Orciano di Pesaro, Piagge, San Giorgio, centootto sono stati i soldati che cento anni fa partirono per il fronte e non fecero ritorno a casa.

Vite interrotte come quelle delle loro famiglie, donne, anziani, bambini che, già abituati alla dura vita di campagna, si sono trovati a vivere l’ancor più arduo tempo di guerra e a confrontarsi con le lacerazioni che ne conseguirono.

Per questo, in occasione della pubblicazione del volume Visioni della Grande guerra (Marsilio, 2015), venerdì 20 novembre, alle ore 21, all’Auditorium Santa Caterina di Orciano, l’Unione Roveresca organizza una serata di scambio e riflessione a partire dalle memorie di chi la guerra l’ha vissuta, in memoria dei centootto soldati e delle comunità locali che vennero stravolte dal quello che è stato il primo conflitto globale, planetario e tecnologico del ventesimo secolo, l’evento che ha scardinato la cartina geopolitica del mondo, un’esperienza di morte e violenza inaudite in cui si iscrissero trasformazioni, distruzioni e genocidi.

La storica Lidia Pupilli (Università di Macerata), ne discute con i curatori del volume, Ilaria Biagioli (Università di Modena-Reggio Emilia) e Marco Severini (Università di Macerata) e con quanti vorranno partecipare.

“La serata – afferma Stefano Bacchiocchi, sindaco di Orciano – fa parte delle iniziative del 2015 dei Comuni dell’Unione Roveresca e delle associazioni combattentistiche per celebrare la ricorrenza dei cento anni dall’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Queste manifestazioni non sono solo celebrative ma, oltre a mantenere viva nei più anziani la memoria storica degli eventi bellici del secolo scorso, sono anche occasione di “scuola di vita” per i più giovani che possono trarre da questi eventi, di per sé negativi, messaggi positivi legati ai “più alti e nobili ideali che hanno cementato la nostra nazione”.

 

Dagli Organizzatori

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