PesarourbinoNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

Critiche alla mozione contro il burqua proposta in Consiglio provinciale

Una donna coperta dal burquaLa Provincia di Pesaro Urbino, alle prese con il movimento di secessione verso la Romagna, dilaniata dalla crisi dei posti di lavoro e dai problemi dell’Università, del turismo, della cultura, e con alle porte i tagli della nuova finanziaria, dedica il prossimo Consiglio provinciale a discutere di Bettino Craxi e del burqua.

 

Tralasciando ogni discorso sull’inutilità dell’operato di consiglieri provinciali che fanno mozioni simili, è utile spendere qualche parola sulla mozione contro il burqua proposta dalla Lega Nord. Perché oltre ad essere inutile a nostro avviso, è dannosa, razzista e penalizzante contro le donne.

In provincia la presenza di stranieri è cospicua, e la convivenza, con difficoltà varie simili a quelle poste da ogni convivenza, funziona bene grazie anche a tanti progetti della società civile. Ma la Lega Nord vuole importare un clima di sospetto anche nel nostro territorio e minare il lavoro compiuto sinora.

Tutte le leggi internazionali contro i simboli religiosi – da quella francese del 2004 in poi – hanno messo in luce come le imposizioni in tema di religione e di abbigliamento, siano un volano per riattivare elementi di identità religiosa che danneggiano spesso la convivenza tra diversi.

In Francia l’imposizione dello Stato ha dato l’avvio alla più violenta reazione delle periferie, dove gli immigrati, gravati da povertà, disagio sociale e ghettizzazione, hanno risposto con una enorme rabbia di fronte ad un altro obbligo che diceva a tutti coloro che non sono bianchi e cristiani “voi siete cittadini di seconda classe, o bambini da tenere sotto controllo a partire dal vestito”.

Le donne poi, che sono il vero bersaglio di queste leggi contro il burqua o contro le diverse forme di velo, mentre da anni cercavano forme di emancipazione dentro le strutture delle diverse comunità per prendersi degli spazi di autonomia, sono state spinte a identificarsi con il simbolo religioso per ribellarsi contro uno Stato altrettanto misogino e che voleva loro imporre anche come vestirsi.
 
Se passiamo ad analizzare il nostro caso, vediamo che in questa Provincia non c’è un’emergenza “di pubblica sicurezza” come scrive la Lega nella mozione. Se qualche donna porta il burqua, non la aiuteremo a toglierlo, sempre che sia questo il suo desiderio, con un veto, ma con l’accoglienza e l’attenzione verso il lavoro delle donne – immigrate e non – con una politica degli asili nido e degli asili comunali, con il rafforzamento di strutture di dialogo socio-assistenziali come i consultori, dove integrare la presenza di qualificati mediatrici culturali, con la promozione della libertà delle donne a tutti i livelli.

Perché se le donne riescono ad uscire dal privato della casa e a confrontarsi con altre donne e con la società civile, le abitudini possono cambiare e può cambiare anche la nostra percezione della libertà delle altre.
 
Ci hanno raccontato che la guerra in Afghanistan combattuta dal 2001 ad oggi con perdita di vite civili e militari, e costi economici inaccettabili anche per il nostro paese, era giusta perché era fatta per liberare le donne dal burqua e portare la democrazia. Oggi invece quel paese è gestito dai signori della guerra e da un sistema mafioso, e le donne afghane sono costrette a portare il burqua da una società ancora più violenta.

Il patriarcato ha sempre considerato il corpo e il vestito delle donne come un campo di battaglia per rafforzare il proprio potere, sia quando ci impone abiti costrittivi che quando ci chiede d’adeguarci a modelli bamboleggianti atti solo a compiacere sessualmente il maschio, a tutto questo noi diciamo NO!

Non accettiamo più discorsi inutili e razzisti, non accettiamo che il nostro corpo e la nostra libertà siano oggetto di scambio e propaganda politiche, non accettiamo di essere rappresentate da questa classe politica che se ne frega dei problemi del territorio e della gente ma vuole promuove una campagna assurda e fatta solo per seminare odio.
 
dall’Associazione Femminismi di Pesaro-Fano-Urbino

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Lunedì 5 luglio, 2010 
alle ore 9:53
Tags
Come ti senti dopo aver letto questo articolo?
Arrabbiato
In disaccordo
Indifferente
Felice
D'accordo

Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Pesaro Urbino Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!