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Pesaro, appello della Confidustria: “Non spegniamo le scintille della ripresa”

Esempi di fonti energetiche alternative“Vogliamo tornare ad insistere sul tema dell’energia  perché la crisi ci obbliga a cercare di recuperare competitività. Le imprese lo stanno  facendo al loro interno ma dobbiamo aiutarle a recuperarla come sistema. Sappiamo che produciamo in Provincia solo il 6% del’energia che consumiamo. Se non adotteremo presto una politica energetica efficace rischiamo di spegnere le scintille della ripresa.”

 

Così il Presidente di Confindustria Pesaro Urbino  Andrea Ugolini  di fronte al proliferare dei numerosi  Atti delle Amministrazioni che con varie modalità cercano di regolamentare, imbrigliare, limitare, ridurre le iniziative per la realizzazione di impianti legati alle energie alternative rendendo vani gli obiettivi programmati, seppure inadeguati.

Tutti i piani fino ad ora predisposti, da quello Regionale a quello Provinciale a quelli comunali di Pesaro e di Fano – presentato in bozza recentemente – sono impostati sull’analisi dei consumi e dei fabbisogni. Prospettano interventi di risparmio di detti consumi, ma non rappresentano una vera strategia per risolvere un problema reale che comprime il nostro sistema produttivo ed è il costo dell’energia.

Manca dunque una politica di pianificazione degli interventi soprattutto nel settore industriale e terziario che miri all’autoproduzione o alla produzione di energia al di fuori di quanto già esistente e pertanto in termini di risoluzione del problema “deficit di produzione”.

Per ricordare qualche cifra: dall’analisi del fabbisogno energetico della nostra provincia riportata nel Piano Energetico Provinciale, approvato nel 2005 è emerso che al 31/12/2001, la potenza lorda prodotta nella Provincia di Pesaro e Urbino era di soli 31,6 MW. Il fabbisogno annuale della nostra Provincia era di 1.296,0 GWh, con un conseguente deficit annuale che raggiungeva i 1.219,6 GWh.

Chi crede di poter decidere a livello locale le politiche energetiche in  modo risolutivo fa un’azione di pia illusione,  che si scontra con le dinamiche del nostro pianeta perché sarà la domanda mondiale di prodotti realizzati con energia verde la sola variabile che potrà determinare una vera svolta. Ma serve un nuovo paradigma culturale.

Il riprodursi di Piani Energetici Comunali simili nella impostazione e nel contenuto al  Piano Energetico Regionale, limita il confronto e la dialettica capace concretamente di contribuire a raggiungere gli obiettivi. Inoltre l’incapacità o la non volontà di riportare a livello locale obiettivi chiari per raggiungere quelli del Piano Energetico Regionale, non potrà aiutare certamente lo sviluppo di investimenti nella green economy.

Chiediamo dunque di trattare il problema energetico con  lungimiranza. E’ necessario un atteggiamento responsabile delle Pubbliche Amministrazioni perché risolvano le esigenze del nostro sviluppo sostenibile ricordando che la nostra industria è un patrimonio da difendere.

 dalla Confindustria di Pesaro e Urbino

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Sabato 24 luglio, 2010 
alle ore 8:54
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