Il Comitato cittadino mondolfese contro l’aggregazione di Marotta di Fano

Anzi, le posizioni espresse dai suoi esponenti e i tentativi, frustrati, di avviare un dibattito aperto e costruttivo con loro prospettando soluzioni diverse al problema dell’unificazione delle Marotte ci hanno ancor più confermato nelle nostre motivate convinzioni, che cerchiamo qui di seguito di sintetizzare.
L’aggregazione di Marotta di Fano aggraverebbe drammaticamente i problemi del comune di Mondolfo, ossia le questioni da decenni sul tappeto di un ente già sull’orlo del dissesto finanziario per le note difficoltà in cui si dibattono gli enti pubblici in questa fase di gravissima crisi economica generale, a cui si aggiunge il dato di uno scadente governo del territorio da parte delle giunte che si sono succedute negli ultimianni a Mondolfo.
Ma non è tutto: su questo triste scenario, che dovrebbe far tremare le vene ai polsi delle persone di buon senso, si abbatterebbe il pesante macigno dei risarcimenti che il comune di Fano ha già preannunciato di pretendere da Mondolfo nel caso, malaugurato, della perdita di quella fetta di territorio in cui ha fatto forti investimenti in materia di opere pubbliche, infrastrutture, reti, servizi, arredi, ecc.
Tutto questo non sembra preoccupare minimamente gli esponenti del Comitato Pro Marotta Unita, i quali, se realmente interessati all’unificazione di Marotta, avrebbero dovuto prendere in seria considerazione altre due strade alla risoluzione del problema: l’aggregazione dell’intero abitato sotto il comune di Fano (la più razionale, stante la capacità politica ed economica di un grosso comune come quello di Fano di intervenireefficacemente nelle questioni che riguardano Marotta), oppure l’istituzione del comune autonomo di Marotta (soluzione che dal punto di vista sentimentale ed identitario risponde meglio alle aspettative della popolazione marottese), nuovo comune che avrebbe potuto in seguito chiedere l’aggregazione di altre porzioni territorialiattualmente facenti parte delle circoscrizioni di Fano e di S. Costanzo.
Chi replica sostenendo che queste due soluzioni siano impraticabili ha in mente un solo obiettivo: la cancellazione amministrativa (e non solo amministrativa) di Mondolfo! Ossia il cambiamento del nome del comune, una volta conseguito l’accrescimento territoriale e demografico con Marotta di Fano, e il trasferimento della sede comunale a Marotta.
Dal momento che il Comitato Pro Marotta Unita muove da istanze precipuamente identitarie e vuole giungere per via subdola all’istituzione del comune di Marotta nell’ambito del quale Mondolfo verrebbe ad assumere un ruolo del tutto marginale (anzi “non avrebbe più alcuna ragione di esistere” secondo le grossolane affermazioni dei fondamentalisti marottesi).
Noi proponiamo ai Marottesi sensati di raggiungere il medesimo obiettivo storico, ma procedendo alla luce del sole, dichiarandolo apertamente senza ipocrisie e, cosa per noi fondamentale, nel pieno rispetto dell’identità, del ruolo storico e delle prerogative della comunità mondolfese.
Solo in questo modo si porrebbe fine ad una perniciosa diatriba ultracinquantennale, la quale ha avvelenato la vita amministrativa del nostro comune come una sorta diguerra fredda, durante la quale si è sempre cercato di erodere a Mondolfo istituzioni,funzioni e servizi, e che ha condizionato pesantemente tutte le scelte politiche compiute in questo lungo arco di tempo.
E ciò mentre altri comuni della valle del Cesano e della province di Pesaro e Ancona, anche partendo da premesse meno favorevoli, procedevano spediti in direzione di una crescita civile abbinata ad un equilibrato sviluppo socio-economico.
Chi nega che la separazione amministrativa di Marotta da Mondolfo sia impedita dalle leggi vigenti dice solo una mezza verità (e le mezze verità sono più pericolosedelle menzogne sic et simpliciter). Infatti, a parte la piena praticabilità dell’unificazione di Marotta sotto Fano, in forza della riforma costituzionale del Titolo V dellaCostituzione è stata attribuita alle Regioni la facoltà di legiferare sulla modifica dellecircoscrizioni comunali e sull’istituzione dei nuovi comuni (artt. 117 e 133).
Ora, mentre la Regione Marche si è finora limitata a recepire una norma statale superata, che impediva la costituzione di nuovi comuni con una popolazione inferiore a 10.000 abitanti o la cui costituzione comportava che altri comuni scendessero sotto tale limite, le Regioni Piemonte e Abruzzo hanno legiferato abbassando lo stesso limite a 5.000 abitanti e cancellando la norma relativa al limite sotto cui altri comuni non possono scendere.
Noi chiediamo pertanto che anche la Regione Marche, che ha caratteristicheterritoriali, demografiche ed amministrative simili a quelle di Piemonte e Abruzzo, modifichi l’art. 2, comma 2 della L.R. 10/1995. Lo chiediamo in primis al presidente del Consiglio Regionale, Vittoriano Solazzi, nostro concittadino, che conosce perfettamente i termini della questione, affinché sostenga questa modifica legislativa.
Si consentirà così ai Marottesi di realizzare l’obiettivo storico della costituzione del comune autonomo di Marotta. Ma, nello stesso tempo, si consentirà ai Mondolfesi di vivere serenamente come una normale comunità civile, senza più minacce e ricatti da parte di mestatori e politicanti che hanno costruito la loro carriera sulle contrapposizioni campanilistiche, a scapito di entrambe le comunità.
Siamo certi, infine, che con la separazione amministrativa non si creerà alcun murotra Mondolfo e Marotta. Anzi, le due comunità, una volta liberate dalla pesante eredità dell’inimicizia e del sospetto, potranno sviluppare concordemente le proprie potenzialità nel rispetto reciproco, trovando diverse occasioni di integrarsi e di collaborare lealmente tra loro. Questo è il nostro modo di intendere la democrazia!
da Roberto Bernacchia
presidente del Comitato Cittadino Mondolfese
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Pesaro Urbino Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!