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Fano, il Movimento Radicalsocialista interviene sulla questione degli Ospedali Riuniti

L'Ospedale Santa Croce di FanoLa sanità locale sembra quasi un tavolo da poker per politici: neppure il tempo di “vedere” l’ultima mano, gli Ospedali Riuniti, che già sono iniziati i rilanci (“più uno”) sul prossimo piatto, l’ospedale unico. In altre parole, si dà più importanza al contenitore e alla sua eventuale sede (Carignano, Mombaroccio, le Ville pesaresi?) che al contenuto.

 

Tra l’altro tutta questa fretta nell’individuare il sito può solleticare il sospetto che il vero motore dell’operazione sia l’edilizia e non la salute dei cittadini. Il Movimento Radicalsocialista avverte l’esigenza di maggiori e più precise informazioni per valutare l’oggettiva utilità (o inutilità) di un investimento tanto rilevante.

Le stime oscillano infatti tra 125 milioni di euro e il doppio esatto. Non è solo una questione, pur importantissima, di risorse pubbliche: è anche e soprattutto una questione strategica. Se l’ospedale unico fosse realizzato con la finanza di progetto, come si sente dire, si consoliderebbe una tendenza a favore del privato in servizi fondamentali

E noi continuiamo a ritenere che beni e diritti collettivi, come salute, acqua, ambiente ed energia, siano meglio garantiti dalla gestione pubblica. Inoltre non è stato ancora dimostrato che la necessaria integrazione e “messa in rete” degli ospedali di Pesaro e Fano dal punto di vista della gestione e dei servizi (per ripartire le competenze ed evitare i doppioni sui reparti dedicati alle cure, salvaguardando ed anzi potenziando quelli dedicati alle emergenze) comporti la creazione di un’unica sede fisica.
 
L’insistenza invece sulla nuova costruzione, unita all’incertezza della sua localizzazione, fa presumere che il motore di tutta l’operazione sia la speculazione edilizia e finanziaria. E’ poi comprovato che affari del genere, una volta giunti a conclusione, comportano come inevitabile corollario una diminuzione del numero dei lavoratori.
 
Già con la trasformazione delle unità sanitarie in aziende, la diminuzione degli occupati ha avuto come conseguenza la creazione di liste d’attesa spesso interminabili, con il netto allungamento dei tempi fra prenotazione e prestazione.
 
Ed è chiaro che la creazione di una vera e propria “Città della salute” a somiglianza di quella di Torrette di Ancona, ovunque fosse collocata, porterebbe con sé non solo problemi immensi di ogni genere (traffico, inquinamento, depauperamento del suolo e dell’acqua, squilibrio idrogeologico), ma anche un drastico ridimensionamento del personale, che unito all’aumento del bacino d’utenza non potrà avere altro effetto che l’allungamento ulteriore dei tempi d’attesa e, di conseguenza, uno scadimento generale della qualità del servizio.

Concordiamo con chi ritiene che il ricorso alla struttura ospedaliera debba essere prima filtrato da servizi sanitari efficaci e capillari sul territorio. Sono servizi prioritari e di conseguenza non devono essere trascurati o sottovalutati. Non fanno ben sperare, a questo proposito, le preoccupazioni espresse di recente dai lavoratori della sanità fanese. In conclusione Mrs ritiene che le scelte sanitarie nella nostra provincia debbano essere discusse democraticamente e condivise in modo chiaro e trasparente, evitando che il dibattito, fatto finora di slogan e di rilanci, finisca per rivelarsi un bluff.

dal Movimento RadicalSocialista

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Giovedì 30 settembre, 2010 
alle ore 14:07
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