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Fano-Urbino: “le due ipotesi, ferrovia e pista ciclopedonale, vanno a braccetto”

Fiab Fano: "la Regione Marche sta andando nella giusta direzione"

Stazione di Urbino

La soluzione del problema della ferrovia Fano Urbino a cui sta lavorando la Regione Marche va nella direzione giusta perché contempera in maniera razionale esigenze diverse e rispetta la recente legge 128/2017 che ha come finalità “la salvaguardia e la valorizzazione” di beni spesso abbandonati e improduttivi; una soluzione che da un lato mantiene l’integrità della linea storica, la lascia in mano pubblica e un domani permetterebbe di ospitare convogli ferroviari o ferrocicli turistici; dall’altro, nell’immediato, mette a disposizione del territorio una pista ciclabile utile per la viabilità e la sicurezza dei cittadini.

Le due ipotesi, ferrovia e pista ciclopedonale, vanno a braccetto anche per un altro motivo: è infatti interesse comune sistemare il sedime, ora in cattive condizioni, sia che venga percorso da pedoni, da ciclisti o da treni; allo scopo, si spera che presto il Ministero conceda a RFI le risorse necessarie. E per molto tempo non esisteranno neanche problemi di convivenza tra utilizzatori diversi, perché per veder circolare convogli turistici bisognerà attendere anni, forse decenni, per stanziare ingenti capitali, modificare vari PRG e trovare associazioni in grado di gestire la linea ferroviaria; ma, anche in caso di ritorno del treno, si tratterebbe di iniziative episodiche, solo per qualche giornata ogni anno, che consentirebbero un uso ciclopedonale del percorso praticamente al 99%.

Lascia ben sperare anche la sostanziale unità del territorio; da tempo la grande maggioranza delle associazioni ambientalistiche condivide l’idea di una pista ciclopedonale che alleggerisce il traffico a motore, limita l’inquinamento dell’aria, diminuisce i rischi di incidenti stradali e valorizza l’ambiente; ma la dimostrazione che la soluzione scelta dalla Regione Marche è quella giusta è la sottoscrizione di un protocollo da parte della maggioranza dei sindaci, quelli cioè che devono fare i conti con la realtà e sanno benissimo che le infrastrutture ciclopedonali migliorano la qualità urbana e fanno bene all’economia, in particolare quella cicloturistica che muove in tutta Europa decine di miliardi ogni anno.

Non da ultimo, c’è l’interesse di imprenditori pubblici e privati disponibili a investire per una infrastruttura che ha un’enorme valenza economica e riequilibra il rapporto tra costa ed entroterra; forse da nessuna parte esiste una fascia di terreno senza sostanziali interruzioni come nella valle del Metauro dove, con un unico intervento e con enorme risparmio di tempo e denaro, è possibile realizzare una lunga pista ciclopedonale di grande qualità insieme a sottoservizi, in particolare collegamenti per la banda ultralarga; lo hanno già fatto in provincia di Bolzano qualche anno fa, senza problemi e con ottimi risultati; ora si può fare anche da noi, presto e bene.

Da

For.bici FIAB Fano

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