Quando l’intelligenza artificiale si allea al “fiuto” dell’imprenditore
Immaginate una grande scatola dove inserire dati e informazioni accumulati nei vostri sistemi aziendali, da incrociare con altri elementi oggettivi del mercato (ad esempio il costo del petrolio, la quotazione dell’euro) per prendere poi all’occorrenza la decisione migliore per lo sviluppo della vostra attività.
In questa sorta di “oracolo” informatico consiste la Business Intelligence, ovvero un insieme di processi aziendali nati per raccogliere ed analizzare informazioni strategiche, la tecnologia utilizzata per realizzare tali processi e le informazioni ottenute come risultato di essi.
Si concentra su questo tema la giornata di studio che la Facoltà di Economia e il Dipartimento di Economia e Metodi Quantitativi dell’Università di Urbino organizzano venerdì 28 novembre, a partire dalle ore 11, nella Sala Blu della sede di via Saffi n°42 – Palazzo Battiferri (ingresso libero, info: tel 0722/ 3051).
Tra gli interventi di esperti, professionisti, studiosi, attesi quello di Giovanni Libertini che riferirà sullo stato dell’arte della Business Intelligence nella Pubblica Amministrazione, a seguire Angelo Caruso, Stefano Canestrari, Davide Radi e Luciano Stefanini che tratterà un tema di frontiera della Business Intelligence introducendo logiche Fuzzy (“dell’errore”) nella gestione strategica dei dati. Quindi sarà la volta di Andrea Scavolini e Federico Ravaldi , di Iconsulting, società bolognese di consulenza specializzata nella progettazione e realizzazione di sistemi di Data Warehouse, Business Intelligence e Business Performance Management che annovera tra i propri clienti aziende leader quali Sky, Calzedonia, Fassa Bortolo, Moby Lines, La Rinascente. Infine Federico Bertini di Aeffe s.p.a. tratterà il tema di Marketing Information Systems nella moda.
Ma perché nasce e, soprattutto, a cosa serve la Business Intelligence? “La BI è la capacità di organizzare i dati aziendali in modo tale da riuscire ad ottenere un quadro oggettivo, chiaro e di facile interpretazione con i giusti parametri.– spiega Laerte Sorini, docente di "Informatica per l’Analisi dei Dati e la Gestione dei Mercati" nell’ambito del Corso di laurea Magistrale in “Marketing e Comunicazione per le Aziende” – Fare impresa oggi non significa più affidarsi unicamente all’eccellenza individuale o al "fiuto" imprenditoriale capace di trovare l’idea giusta per sfondare. In egual misura il marketing non passa più solo per le idee e l’intuito dei "creativi" ma occorre saper intraprendere anche strade più analitiche”.
Quando si parla di analisi non si intende una visione numerica fredda degli eventi ma anzi una più oggettiva, basata su dati reali, di come l’azienda o la pubblica amministrazione e le rispettive strategie possono imporsi nel proprio relativo segmento di mercato.
“Fino a tre o quattro anni fa BI era una soluzione per pochissimi addetti ai lavori perché molto complessa e costosa – commenta Sorini – Nell’arco degli ultimi due anni nel mondo della BI sono stati spesi oltre 30 miliardi di dollari e non solo dai colossi ma anche da compagnie minori, si pensi che solo la spesa delle banche retail in business intelligence raggiungerà quota 9 miliardi di dollari entro il 2012 a seguito della crescente competitività del settore e della crisi dei mutui subprime. Ciò indica che l’orientamento è decisamente cambiato e che anche le aziende medio piccole sono cambiate, inoltre l’avvento anche di piattaforme open source stanno abbattendo notevolmente i costi, hanno alimentato quantomeno la curiosità verso questo tipo di soluzione”.
Dalla Facoltà di Economia di Urbino
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Pesaro Urbino Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!