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Fano: l’ordigno bellico è stato portato in mare

Termina l'allarme che ha portato all'evacuazione di un terzo della popolazione

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Fano, ospedale Santa Croce

L’ordigno bellico che ha tenuto in scacco per una notte la città di Fano è stato portato in mare ed affondato: è terminata nella prima mattinata del 14 marzo l’emergenza che ha portato all’evacuazione di un terzo della popolazione.

Ad annunciarlo il sindaco Massimo Seri, che ha voluto ringraziare la macchina dei soccorsi che ha permesso l’evacuazione. La bomba, di fabbricazione inglese con 225 kg di tritolo, era molto temuta sia per l’elevato potere distruttivo che per il particolare innesco chimico a tempo, attivato quando è stata trovata in un cantiere di Aset a Sassonia. La bomba è stata rimossa dagli artificieri del Genio Ferrovieri di Bologna e poi affidata ai colleghi della Marina militare.

Dalle 20 del 13 marzo vari quartieri di Fano, per un totale di circa 23 mila persone, sono stati evacuati; tra questi anche la stazione e, parzialmente, l’ospedale Santa Croce, il servizio di Pronto Soccorso; stop alla circolazione ferroviaria e al traffico aereo per circa due km sopra Fano, in cui è stato chiuso l’aeroporto. Il sindaco aveva deciso anche la chiusura delle scuole per il 14 marzo: decisione che è stata comunque confermata.

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