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Urbino, l’Assemblea Permanente risponde al Senato accademico

L'Assemblea permanenteL’Assemblea Permanente di Urbino al suo ventunesimo giorno di occupazione del Nuovo Magistero di Urbino, richiama l’attenzione del Senato Accademico dell’Università degli Studi di Urbino ‘Carlo Bo’ sui seguenti punti.

 

L’Assemblea ha espresso con chiarezza sin dall’inizio della propria mobilitazione come la controparte delle proprie rivendicazioni sia un’intera classe dirigente. Lo smantellamento dell’università pubblica e la dismissione del diritto allo studio sono fenomeni la cui responsabilità va infatti ricercata a tutti i livelli istituzionali. Governo, Regione, Ersu e Università sono, a diverso titolo, partecipi di quanto sta avvenendo nel mondo dell’alta formazione.

In particolare rispetto al Senato Accademico rivendichiamo: un tavolo tecnico, al quale partecipino delegati dell’Assemblea, che riveda i criteri con cui viene definita la contribuzione studentesca; che il tavolo di concertazione sul diritto allo studio per studentesse e studenti disabili sia risolutivo rispetto alle problematiche emerse senza inficiare l’integrazione garantita sino ad oggi dal lavoro dell’associazione Pantarei; che vengano istituite, in tempi brevi e con atto ufficiale, le commissioni didattiche paritetiche in tutte le facoltà dell’ateneo, come previsto dall’art. 12 comma 3 del DM 270/2004.

Gli organi di governo dell’Università di Urbino in più occasioni hanno mancato di manifestare il proprio appoggio concreto a gran parte delle richieste avanzate dagli studenti. In particolare il 30 novembre il Magnifico Rettore non si è espresso, come chiesto a gran voce dagli studenti, sul DDL Gelmini in approvazione alla Camera.
 
Prendiamo atto con soddisfazione che dopo quasi tre mesi di mobilitazione il Senato ha approvato una mozione di sostegno alle richieste per il diritto allo studio, ma non possiamo dimenticare il silenzio assordante di quest’organo durante i mesi di protesta che hanno preceduto la nostra occupazione.

Il perdurare dell’occupazione sta creando condizioni di disagio che sono la naturale conseguenza di una forma di protesta radicale nata per rispondere alla gravità dei provvedimenti governativi e reagire al silenzio, fatta eccezione per i ricercatori indisponibili alla didattica, della comunità accademica.

Se il DDL Gelmini non verrà ritirato e l’intero sistema universitario e del diritto allo studio non verranno rifinanziati le conseguenze che si  ripercuoteranno negativamente sulla generalità degli studenti e sull’attività dei ricercatori saranno di gran lunga peggiori degli attuali disagi dovuti all’occupazione.

L’Assemblea Permanente di Urbino ritiene pertanto che l’occupazione debba proseguire per ripristinare il diritto allo studio nella sua pienezza e per garantire funzionalità alla protesta contro Governo, Regione e Università di Urbino ‘Carlo Bo’. L’Assemblea, attraverso l’occupazione del Nuovo Magistero, si assicura tutta l’agibilità politica di cui necessita.

L’Assemblea rimane aperta al confronto con le diverse componenti dell’Università e a questo scopo sta lavorando con dottorandi e ricercatori per convocare assieme un’altra e più grande assemblea d’ateneo che si svolgerà al di fuori dello spazio occupato per ottenere dal Senato Accademico che si esprima pubblicamente sulle rivendicazioni degli occupanti.

Ripetiamo le richieste sulle quali ci si aspetta una presa di posizione ufficiale dell’Università degli Studi di Urbino ‘Carlo Bo’: un tavolo tecnico che riveda i criteri con cui viene definita la contribuzione studentesca; che il tavolo di concertazione sul diritto allo studio per studentesse e studenti disabili sia risolutivo rispetto alle problematiche emerse senza inficiare l’integrazione sociale; che vengano istituite le commissioni didattiche paritetiche come previsto dall’art. 12 comma 3 del DM 270/2004.

dall’Assemblea Permanente

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Giovedì 16 dicembre, 2010 
alle ore 8:43
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