Urbino: sospesa l’occupazione studentesca del Nuovo Magistero
L’Assemblea Permanente Urbino ha annunciato la sospensione dell’occupazione del Nuovo Magistero. L’occupazione, protrattasi per quasi un mese, si è dimostrata un atto necessario per scuotere i diretti interessati sulle problematiche per cui l’Assemblea è nata; istanze che da troppo tempo venivano accolte con orecchie da mercante, o con vuote promesse.
Pendiamo atto, con sdegno, che il DDL Gelmini è prossimo a diventare legge a fronte del dissenso e delle forti proteste di gran parte del mondo accademico, grazie ad un atto autoritario del governo e a pratiche di vera e propria compravendita di voti in Parlamento. Questo DDL “precarizza” e rende ulteriormente ricattabili le fasce più deboli del mondo universitario, mantenendo intatti i meccanismi di potere esistenti e va ad aggiungersi agli indiscriminati tagli a tutto il sistema nazionale della formazione e della cultura. Esso si inserisce perfettamente nei processi di globalizzazione e mercificazione del sapere che coinvolgono l’Università in tutto il mondo occidentale.
Per questo quanto avvenuto a Roma lo scorso 14 dicembre, in occasione del voto del DDL alla camera, è leggibile come un punto di rottura generazionale e sociale da parte di tutti coloro condannati dall’attuale sistema di sviluppo e dalla distruzione dei sistemi di welfare; e le violenze scoppiate, giuste o sbagliate, si sono dimostrate comprensibili e prevedibili, e rischiano di non rimanere isolate.
Al processo di destrutturazione dell’Università pubblica contribuisce anche la Giunta Regionale Spacca che, diversamente da altre regioni, continua a non garantire il diritto allo studio così come previsto dai bandi attuali. Sono inoltre previsti ulteriori tagli al diritto allo studio e ai servizi ad esso collegati, e una “razionalizzazione” ed un’uniformità di trattamento votati al ribasso, privi di progetti e investimenti sulle giovani generazioni.
L’Assemblea, in tre mesi di mobilitazione, ha sensibilizzato la comunità universitaria e la società civile sui gravi rischi che l’istruzione pubblica corre nel nostro paese, ed ha già avviato una collaborazione con i Comitati per la Difesa dell’Istruzione Pubblica di ambito regionale, provinciale e cittadino. È inutile dire che in gravi rischi incorre direttamente anche l’intera cittadinanza urbinate, che si fregia del titolo di “città campus” e che sull’Università basa gran parte del suo sviluppo e della sua struttura economica.
La nostra mobilitazione ha inoltre permesso agli studenti disabili di rimanere nelle loro stanze mentre L’ERSU – che dovrebbe garantirne il diritto allo studio – li costringeva ad abbandonarle. Si è poi ottenuto, dopo più di 10 anni, un tavolo specifico sul tema della disabilità al quale stanno prendendo parte tutti gli attori istituzionali competenti e una rappresentanza studentesca, al cui interno è presente una delegata dell’associazione Pantarei.
Abbiamo spinto per una ristrutturazione dei collegi universitari, che avrà presto inizio, sottolineando la pericolosità ed il disagio per coloro che in essi vivono. Si è ottenuto il ritiro del nuovo regolamento previsto per i collegi, di stampo autoritario e repressivo, e si è già consegnata all’ERSU una proposta di regolamento alternativa e partecipata.
Per quanto riguarda le problematiche inerenti l’Università di Urbino, rivendichiamo con forza l’istituzione, già dal prossimo gennaio, di un tavolo per la ridefinizione e l’allargamento del numero delle fasce di contribuzione studentesca, attualmente tra i più iniqui ed inadeguati in rapporto alla situazione economico-sociale del nostro paese. Inoltre il nostro Rettore Pivato si è impegnato nella creazione delle commissioni paritetiche per la didattica, volte a combattere la progressiva dequalificazione e “liceizzazione” della medesima.
Ribadiamo la nostra idea di diritto allo studio garantito parimenti a tutti indipendentemente dal censo, in maniera totale e trasparente, da enti pubblici liberi dalle logiche aziendali e dalle leggi del profitto, in totale aderenza a quanto espresso nell’articolo 34 della Costituzione.
Ribadiamo la nostra idea di Università pubblica, garante della libera circolazione dei saperi, aperta alla partecipazione attiva della componente studentesca e che stimoli ed investa sulle competenze specifiche degli individui. Le pratiche di formazione e di libera espressione artistica messe in atto durante l’occupazione del Nuovo Magistero e la continua attività di controcultura e controinformazione portata avanti all’interno dell’aula C1 autogestita vanno proprio in questa direzione, e in tale continueranno.
L’Assemblea ribadisce la sua solidarietà a tutti i lavoratori della conoscenza in protesta e a tutte le lotte sociali per la difesa e la garanzia dei diritti. Siamo accanto a loro in un unico fronte di resistenza. La nostra lotta è appena iniziata. La nostra lotta non va in vacanza.
dall’Assemblea Permanente Urbino
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