Pesaro, con il Federalismo rischia di aumentare la pressione fiscale

“Si tratterebbe di un pesante salasso per il sistema delle imprese già gravato da una pressione fiscale più alta rispetto alla media europea” commenta Giorgio Aguzzi, presidente provinciale e vicepresidente nazionale di CNA. Dalle stime effettuate emerge che, considerando tutti gli immobili adibiti ad attività produttiva (immobili adibiti ad ufficio, negozi e botteghe, magazzini, laboratori per arti e mestieri, opifici, alberghi e pensioni, teatri, fabbricati industriali e commerciali), l’incremento dell’ imposizione ad aliquota del 7,6 per mille sarebbe pari a 812 milioni di euro (quasi 8 milioni di euro in provincia di Pesaro e Urbino).
“A livello di singola impresa – aggiunge Camilla Fabbri – inoltre l’aggravio di imposizione rischia di superare alcune migliaia di euro annue in base al Comune nel quale è collocata l’impresa stessa. Il Federalismo fiscale che ci piace – sottolineano Aguzzi e la Fabbri – è quello che favorisce la progressiva riduzione della spesa pubblica locale improduttiva e che determina un meccanismo virtuoso in grado di abbassare la pressione fiscale sulle imprese”.
“In questo momento di grave crisi, l’introduzione del Federalismo municipale, così architettato, rischia di aggravare la situazione di grave crisi in cui si trovano le piccole e medie imprese. Si tratterebbe di una vera e propria beffa per tante attività che stanno cercando di superare a costo di grandi sacrifici questo momento di difficoltà.
Tutto questo, secondo la CNA, mentre le amministrazioni locali sono costrette a ridurre i servizi ai cittadini e alle imprese a causa dei problemi di bilancio. “Crediamo che difficilmente un aumento dei tributi locali – dicono la Fabbri ed Aguzzi – si tradurrebbe in un aumento dei servizi. I maggiori introiti andrebbero sicuramente a ripianare deficit di bilancio, interessi bancari ed investimenti vari”.
A questo proposito, il presidente Aguzzi ed il segretario Fabbri concludono con un auspicio che è poi lo stesso della CNA e quello di Rete Imprese Italia: “Ci aspettiamo che i Comuni, nell’ambito della propria autonomia tributaria, riducano, come permette la norma, l’aliquota base dello 0,3 per cento. In tal modo le imprese godrebbero di un risparmio di imposta pari a 1,4 miliardi di euro”.
dalla CNA di Pesaro e Urbino
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