“Un paese da vendere” al Teatro Accademia di Pesaro domenica 20 febbraio
Gli anni Sessanta, con la loro forza e le contraddizioni, vissuti nel contesto di un piccolo paese in cui le malelingue e una mentalità chiusa e desolata, soffocano ogni slancio vitale e costringono a un’unica disperata soluzione: partire. Sarà presentato domenica 20 febbraio al Teatro Accademia di Pesaro, il libro Un paese da vendere di Federica Bernardini Cirilli, edito da Terre Sommerse. La presentazione avrà inizio alle 17.
Sono previsti diversi momenti: l’incontro con l’autrice affiancata da Paolo Pirani e Raimondo Venturiello sarà alternato a interventi musicali del duo Hebano (Davide Pagnini alla chitarra e Jacopo Mariotti al violoncello) e letture sceniche a cura del teatro Accademia con la partecipazione del teatro Piccola Ribalta.
Il pomeriggio si concluderà con un cocktail di fine giornata. Le voci sceniche sono quelle di Carla Imelda Giampaoli, Danila Merloni, Maury Incen, Marco Angeletti e Corrado Capparelli.
Informazioni e prenotazioni tel. 0721 -25372 – teatro.accademia@libero.it
Romanzo in parte autobiografico, ispirato a vicende e personaggi realmente esistiti nel paese di origine dell’autrice, Castelplanio, un paese da vendere è ambientato negli anni Sessanta. La trama segue le vicende di un gruppo di ragazzi costretti a lasciare il piccolo paese dove sono nati, per sfuggire all’oppressione del contesto e realizzare le proprie vite. Le loro iniziative piene di intraprendenza e voglia di vita (l’apertura del New Young club per esempio, dove fare cultura, musica, teatro) si scontrano infatti quotidianamente con la mentalità chiusa e gretta del paese, le malelingue, le proibizioni della famiglia.
Figura centrale è Giorgia, genitori separati, amatissimo padre completamente assente, destinata per eredità alla personalità tormentata e al libertinaggio. Ognuno dei comprimari però, personaggi ben delineati e forti, seguirà la propria strada, “abbandonando il paese e subendo il peso del distacco da un orizzonte, oggi come allora, chiuso e poco generoso. Solo l’unione tra i ragazzi del gruppo e la solidarietà li fa sopravvivere a una vita impossibile e desolante”, racconta l’autrice Federica Bernardini.
Il paese in questione, riconoscibile nei luoghi e nelle vicende, anche se mai espressamente nominato nel testo, è Castelplanio. Le vicende narrate in terza persona coprono un arco temporale di oltre un decennio, misurandosi tra fatti locali noti, personaggi riconoscibili alla comunità che ha vissuto quegli anni nel paese, storie d’amore e la grande storia internazionale.
“I personaggi sono ispirati a persone realmente vissute in quegli anni, molto note in paese e potenzialmente riconoscibili anche se con nomi di finzione – continua Bernardini – ma le vicende locali sono intercalate al contesto storico ampio. Dal boom economico poi risoltosi in niente, al ’68, dai fatti d’Ungheria e la nascita del centro sinistra, all’avvento della televisione. Un contesto disperato e duro purtroppo molto simile a quello attuale, stando alla situazione dei giovani di oggi. Anche se oggi le problematiche sono identiche ma anche peggiori. Una volta ci si poteva spostare al nord per cercare di migliorare la propria condizione di vita, oggi non sembra esserci neanche più questa possibilità”.
Un “paese da vendere”, ma… chi lo comprerebbe? La risposta si trova nelle battute finali del libro, che l’autrice non esita a definire “un grido di disperazione e una denuncia sociale nei confronti di un paese che ha reso la vita difficile a molti giovani di allora e di oggi. Ecco perché ho scelto questa copertina con Palazzo Zucchi deformato e perché ho scelto questo titolo”.
Del libro, distribuito su scala nazionale, esiste già un soggetto cinematografico e sono in corso trattative per la traduzione in portoghese e la distribuzione anche in Brasile.
Originaria della provincia di Ancona, Federica Bernardini è imprenditrice della Esinplast (azienda leader nella progettazione, realizzazione stampi e nello stampaggio di materiali termoplastici con sede a Monsano) e da anni operatrice culturale in particolare in campo teatrale, sia con la Compagnia “Teatroluce” di Jesi da lei fondata, sia in veste di Presidente per la Regione Marche della F.I.T.A. (Federazione Italiana Teatro Amatori).
Ha prodotto il film “Non c’è più niente da fare” per la regia di Emanuele Barresi. È inoltre attrice e autrice di testi teatrali e fondatrice dell’Associazione Italiana Carlo Urbani. Ha pubblicato quattro sillogi poetiche e una raccolta di fiabe. Ha partecipato a concorsi letterari sia di poesia che di narrativa, ottenendo diversi successi tra cui premi, riconoscimenti e qualificate recensioni.
da
Alessandro Piccinini Comunicazione
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