Va in scena al Teatro Rossini di Pesaro “La scuola delle mogli”

Con il suo testo l’autore aveva di fatto destabilizzato le idee e le opinioni di un vasto pubblico di benpensanti; in pratica tutta la Parigi aristocratica e borghese, non solo quella dei bottegai ma anche quella spregiudicata del femminismo prezioso e dei letterati alla moda. Già, perché questo capolavoro di Molière, come dice Valter Malosti regista, attore e artista visivo che oggi lo porta in scena con infinito amore, ruota attorno a un’idea fissa: le corna. “Una coazione comica alla catastrofe ma anche un’ossessione che diventa fobia vitale e cuore della commedia”.
Protagonista è Arnolphe: un uomo ricco e “originale” ossessionato dall’idea che le donne sono tutte infedeli, soprattutto quelle coniugate. Arnolphe sta per sposare Agnès una trovatella che lui stesso ha cresciuto in isolamento nella totale ignoranza; è convinto che sia meglio sposare una “deficiente” che di sicuro non ti tradirà, che una intellettuale che prima o poi troverà il modo di ingannarti. Ma la ragazza giovane scelta, imprevedibile come la stessa natura, prenderà un’altra strada, distruggerà ogni sua illusione e muterà il suo destino in modo travolgente.
Dice Valter Malosti, che nel mettere in scena La scuola delle mogli ci regala un vero piccolo gioiello: “Colgo nella pièce un carattere visionario: il delirio in cui sprofonda Arnolphe al termine della commedia si trasforma in una vera e propria anatomia della rovina; rovina di cui è egli stesso l’artefice. Stabilito il fatto che La scuola delle mogli non è una semplice farsa sostengo che la farsa naturalmente debba conservarsi. Se non si fa ridere con questo testo si fallisce”.
E ci diverte moltissimo il suo allestimento che “attraverso un processo di ri-creazione del testo, seguendo anzitutto un intuito musicale e guidato nella traduzione da un gesto linguistico che deve poi farsi teatro, costruisce una partitura che passando per il melodramma verdiano arriva alla canzone, all’hip hop, trovando una misura espressiva in versi liberi, giocando con la lingua attraverso rime, assonanze e ritorni di suono, a volte screziandola con un francese maccheronico, eco della lingua artificiale dei comici italiani che dominavano i palcoscenici parigini del ‘600”.
Geniale Valter Malosti anche sulla scena: dominatore assoluto impersona con grande energia e bravura Arnolphe, prigioniero e vittima della sua gelosia. Ma tutto (interpreti, scene e costumi, musica e voci) è brioso e affascinante in questo spettacolo comico e tragico insieme, che per la sua resa originale piacerà moltissimo al pubblico.
Quinto spettacolo in abbonamento. I biglietti per i posti disponibili saranno in vendita da giovedì 10 marzo alla biglietteria del teatro (tel. 0721 387621; 0721 387621) con orario 9.30-12.30 / 16.30-19.30.
da Manuela Albertini
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