Adriabus respinge l’ipotesi di tagli: ‘Così si rischia di non arrivare a fine anno’
I tagli annunciati dall’assessore regionale Viventi rischiano di mettere in ginocchio l’intero settore del trasporto pubblico locale delle MarcheE’ di “estrema preoccupazione” la reazione di Adriabus, la società consortile della provincia di Pesaro e Urbino, all’annuncio del responsabile regionale delle politiche per il Trasporto di tagli del 5% ai servizi e di un ulteriore 5% alle risorse derivanti da un efficientamento del sistema.
La risposta della società pubblico-privata pesarese è un no secco. “Qualsiasi taglio di servizi metterebbe in discussione la struttura stessa della rete di trasporto – ha spiegato il presidente di Adriabus, Giorgio Londei – solo da poco, infatti, proprio attraverso una maggiore integrazione tra privati e pubblico, siamo riusciti a creare una rete di servizi che ci consente di essere virtuosi, nei bilanci, ein qualche modo competitivi rispetto al tradizionale trasporto in auto”.
Il riferimento del Presidente dell’azienda è soprattutto alla capillare diffusione del trasporto pubblico sul territorio, ai servizi cadenzati, alle coincidenze che hanno permesso di aumentare l’offerta di servizi sull’intero territorio provinciale.
Secondo Londei, “abbassando gli attuali livelli di servizio, che già sono inferiori rispetto ad altre regioni italiane, si costringe il trasporto pubblico locale a non essere più competitivo rispetto alla mobilità privata, innescando una spirale negativa, che vedrebbe gli attuali utilizzatori rivolgersi all’automobile, marginalizzando l’utilizzo dell’autobus solo agli studenti“.
Proprio sulle tematiche legate alla crisi economica ed alla tutela ambientale, Londei ha auspicato “al contrario, una politica di rilancio del settore, inserendo tra le passività a carico della pubblica amministrazione le esternalità che l’automobile genera: inquinamento e conseguenti malattie, incidenti e costi sociali da essi derivanti”.
Il presidente di Adriabus ha anche fatto notare che “le aziende del settore sono praticamente al collasso, non riuscendo più a far fronte ai continui aumenti delle assicurazioni, dei ricambi e soprattutto, dei costi del carburante. L’aumento di 10 centesimi di euro del costo del gasolio, infatti, equivale ad una spesa aggiuntiva annua di circa 450 mila euro nell’intero bacino provinciale e, da agosto 2010 ad oggi, il prezzo pagato dalle aziende pesaresi è aumentato di circa 20 centesimi.
“Un taglio mascherato da un recupero di efficienza – ha detto ancora Londei – sarebbe insostenibile e metterebbe in serio dubbio la possibilità che le aziende arrivino alla fine di quest’anno“.
“Come si fa – si è chiesto Londei – a parlare di efficientamento quando nel frattempo le aziende hanno fatto gare di appalto europee per aggiudicarsi i servizi, hanno investito su personale e nuovi mezzi, hanno razionalizzato tutto quanto era possibile con i corrispettivi più bassi d’Italia? Parlare di efficientamento, dunque, significa non conoscere quanto è stato fatto fino ad oggi”.
dall’Adriabus
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