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Sanità all’arrembaggio: D’Anna sul progetto dell’ospedale Unico

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Questione Progetto Ospedali Riuniti Marche NordLa CGIL denuncia il “Rischio paralisi per la Zona 3”. Forza Nuova s’incatena di fronte a quello che resta dell’Ospedale di Fossombrone, politici e sindaci “scoprono” con anni di ritardo quello che alcuni hanno sempre sostenuto: la riforma della Sanità nella Regione Marche privilegia la costa, l’accorpamento dei servizi lungo la costa mortificando l’entroterra.
 

Accade attraverso un Piano Socio Sanitario controverso che dopo oltre un anno non è ancora arrivato in consiglio regionale. Un Piano che affoga il Sociale nel calderone della Sanità. Lo fa senza assegnare personalità Giuridica alle aree. Lo fa attraverso un futuro Unico Ospedale (volgarmente detto Ospedale Unico) garante della continuazione dell’Azienda San Salvatore, oggi Marche Nord.

Unico Ospedale madre di tutte le conseguenze sul territorio, cioè la trasformazione degli attuali ospedali dell’entroterra in lungodegenza e riabilitazione. Lo fa con la consapevolezza di una classe politica disattenta sino al momento in cui l’evidenza, cioè la rabbia dei cittadini, esplode.
 
Oggi è un rincorresi di proteste, segnalazioni, controproposte e denunce. Ripetizioni di quanto già detto e sostenuto da altri da tempo. Dov’erano costoro mentre si discuteva dell’istituzione dell’Azienda Marche Nord. Dov’erano quando si consumava la strategia di Spacca che pur di favorire Ancona e Fabriano s’è inventato per le altre province un Unico Ospedale iniziando dalla provincia di PU utilizzando quanto risparmiato per continuare a foraggiare il capoluogo di regione? Una strategia che concentra su Ancona tutte le risorse per l’innovazione e le eccellenze e per il resto delle province, ad iniziare da Pesaro-Urbino il “livello minimo di assistenza”.

In questa strategia sono due realtà a farla da padrone. Ancona e il privato. Ancona perché come già detto e previsto dal Piano Socio sanitario, vedrà concentrare ancora di più sul capoluogo risorse economiche e specializzazioni e il privato verso il quale annualmente si riversano risorse crescenti che nel 2006 ammontavano a 183.673.420 milioni di euro e nel 2009 a 217.773.158 milioni di euro.

Una Sanità sempre meno sociale e sempre più erogata dai privati. E’ evidente che pur in presenza di risorse economiche importanti ogni anno invece di investire sul pubblico si è favorito il privato. Quel poco che resta nel pubblico, trasformato in Azienda, vedi Marche Nord, che si punta a trasformare in un’unica struttura, Unico Ospedale, con la partecipazione del privato.

A farne le spese i cittadini stretti nella morsa del business della Sanità unico settore dove i quattrini ci sono sempre stati tanto che il bilancio regionale è per l’80% dedicato alla Sanità. Come si vede qui non è solo una questione di Ospedale Unico, di campanilismo, di penalizzazione dell’entroterra qui si tratta di un cambiamento epocale che sarebbe passato in sordina se non ci fosse stata una continua battaglia in questi anni per denunciare quanto sta accadendo.
 
Si è ancora in tempo per fermare questa dissennata politica. Resta da vedere se gli interventi degli esponenti politici di questi giorni sono dettati dalla consapevolezza di quanto sta accadendo o semplicemente perché se un tema è d’attualità nessuno vuol rimanere fuori dal dibattito.

Una cosa è certa non si può continuare a dire al mattino lungo la costa che si è a favorevoli all’Ospedale Unico e la sera far finta di difendere i nasocomi dell’entroterra. L’Ospedale Unico affossa l’entroterra.

Come l’Azienda San Salvatore (Marche Nord) sta affossando il Santa Croce di Fano una realtà che conferma quanto verbalizzato nel maggio 2009 e dichiarato da Mezzolani in V commissione:” Dobbiamo rafforzare l’Azienda che già c’è-San Salvatore- perché così com’è non avrebbe né i numeri né le caratteristiche per andare avanti”. Non c’erano in quel verbale riferimenti all’entroterra ma le conseguenze di quella scelta sono fin troppo evidenti.

Vedremo nelle prossime settimane se le prese di posizione di questi giorni sono sentite o si tratta di una sceneggiata come accadde in fase di votazione della costituzione dell’Azienda Marche Nord, in quel caso un “attacco improvviso di dissenteria” fece uscire dall’aula 18 consiglieri regionali.

da Giancarlo D’Anna
Vice Presidente Commissione Sanità

 

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Venerdì 29 aprile, 2011 
alle ore 16:55
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