Il Presidente di Adriabus Londei: “Altro che tagli, qui servono nuove risorse”
Il presidente di Adriabus, Giorgio Londei, torna ad esprimere “grande preoccupazione” per i tagli annunciati già dal 2011 e per quelli paventati nel 2012“Seppure comprendiamo le difficoltà della Regione Marche a far quadrare i conti, non credo che sia stata fatta una valutazione puntuale dell’impatto che i tagli proposti produrranno sul trasporto pubblico della nostra provincia”.
“Sottolineo – dice il presidente – che questa decisione arriva proprio mentre raccogliamo continue richieste di nuovi servizi da persone che, a causa del caro carburante e della crisi, vorrebbero abbandonare l’auto perché è un mezzo estremamente costoso”.
“I tagli, inoltre, giungono nel momento in cui raccogliamo i risultati dei nostri investimenti – aggiunge -: abbiamo messo a punto un servizio che ora i cittadini apprezzano visti i risultati (nella provincia di Pesaro e Urbino, i passeggeri aumentano di circa il 10%, mentre a livello nazionale si registra una perdita di circa il 15%, ndr.), abbiamo migliorato le sinergie tra le nostre aziende, abbiamo spinto molto sulla qualificazione del nostro personale e sugli investimenti per il rinnovo del nostro parco mezzi, con l’obiettivo di renderli sempre più confortevoli oltre che ambientalmente compatibili”.
Londei evidenzia i conti: “Tanto per fare un esempio: ogni anno, l’intero servizio di trasporto pubblico urbano della città di Pesaro comporta un’erogazione di servizi pari a circa 1 milione di chilometri, mentre quello di Urbino vale circa 1,2 milioni di chilometri e quello di Fano poco più di 800.000 chilometri”. In pratica, la Regione Marche si accinge a tagliare annualmente, in questa prima fase, circa 600.000 chilometri all’anno, cioè l’equivalente di quasi il 50%, o addirittura di più, dell’intero servizio di una delle città citate, “destrutturando innanzitutto il servizio stesso e mettendo in ginocchio, poi, tutte le aziende consorziate in Adriabus”.
Secondo il presidente Londei, “questo provvedimento si inserisce tra l’altro in un momento difficilissimo per le aziende, alle prese con la crescita esponenziale dei costi di produzione del servizio con in testa il gasolio di cui siamo grandi consumatori, con i costi assicurativi che in qualche caso hanno fatto registrare aumenti anche del 40%, ma la stessa cosa dicasi per i pezzi di ricambio e così via. Perdurando così lo stato delle cose purtroppo sarà inevitabile il default del sistema”.
“Quindi non solo non si deve tagliare – spiega ancora il numero uno di Adriabus -, ma bisogna aggiungere risorse per far fronte all’aumento dei costi: questo è il vero problema. Tra l’altro ci risulta che, a differenza di quanto annunciato in un primo momento, lo Stato trasferirà integralmente alle Regioni le risorse da sempre destinate al trasporto pubblico locale, risorse che sulla base dell’accordo nazionale Stato-Regioni ammontano a circa 425 milioni di euro”.
Non sono da sottovalutare, infine, le ripercussioni che – con i tagli – si avranno anche sul fronte occupazionale. “Ogni 5% di tagli sui servizi comporterà inevitabilmente la riduzione di circa 20 unità lavorative – conclude Londei -. Di fronte a questa drammatica situazione chiedo un atto di responsabilità: il ritiro della proposta”.
dall’Adriabus
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