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Crisi, in ferie col batticuore. Imprenditori pesaresi preoccupati per settembre

Già  ora fortissimi timori per la riapertura dopo agosto In crisi nera manifattura, edilizia e trasporti   

La crisi finanziaria per le aziende pesaresiLa tempesta finanziaria che si sta abbattendo sull’Italia sta già provocando serie ripercussioni anche al sistema delle imprese della nostra provincia che, dopo tre anni di passione e tanti caduti sul campo (si calcola almeno 1.200 attività nei vari settori), ora si trovano davanti un’altra via crucis, soprattutto in vista della ripresa dell’attività dopo la pausa estiva, a settembre.
 

“Piove sul bagnato e guardiamo con grande preoccupazione – dicono allarmati Camilla Fabbri e Giorgio Aguzzi, rispettivamente segretario e presidente provinciale della CNA – al recente andamento dei mercati finanziari. E questo perché il mercato non sembra riconoscere la solidità dei fondamentali dell’Italia.
 
A questo si aggiungano le turbolenze internazionali e le difficoltà connesse alla specificità del sistema economico della provincia di Pesaro e Urbino, da fiore all’occhiello a maglia nera della regione. Sono ancora in crisi settori come la manifattura, i trasporti ed anche i servizi. Difficoltà per il mobile, che continua a soffrire nonostante un lieve incremento delle esportazioni.

Vanno malissimo i trasporti che sfiorano punte negative da record; un po’ meglio (con un andamento a fasi alterne), la meccanica. Profondo rosso per l’edilizia e l’impiantistica, alle prese con una crisi fortissima e dove a reggere è solo il mercato delle ristrutturazioni.  Un insperato miglioramento invece nel settore tessile-abbigliamento, in crisi da decenni. Ancora in affanno la nautica. Insomma il quadro è ancora di grande difficoltà e gli avvenimenti legati alla situazione economica e finanziaria non fanno altro che aggravare le cose.

“A questo punto temiamo – dicono la Fabbri ed Aguzzi – che a settembre siano diverse le imprese che decideranno di non riaprire i battenti. Prevale negli imprenditori un senso di sfiducia e incertezza”.

Secondo la CNA “la fase che stiamo attraversando è delicatissima dipende in gran parte dalle condizioni di fondo dell’economia italiana (debito pubblico, mancata crescita e investimenti, spesa sociale, costi delle politica e della pubblica amministrazione, etc.), ed è in parte connessa a un problema europeo di fragilità dei paesi periferici. 

A ciò si aggiungono i problemi di bilancio degli Stati Uniti. Ma queste incertezze dei mercati si traducono per l’Italia nel deciso ampliamento degli spread sui titoli sovrani e nella penalizzazione dei valori di borsa. Questo comporta un elevato onere di finanziamento del debito pubblico ed un aumento del costo del denaro per famiglie ed imprese. Tutto questo mentre il Governo, anche dopo il varo della manovra economica,  sembra non aver trovato soluzioni convincenti, né per i mercati né per le imprese, per uscire dal pantano.

Questa manovra era certamente inevitabile, ma purtroppo già ora si rivelata è insufficiente. Lo dimostra la sonora bocciatura dei mercati che non credono alle misure dall’esecutivo. “Perché – secondo il segretario ed il presidente della CNA – non fa ripartire la crescita, non fa marciare l’economia. E senza crescita non si può aggredire il macigno del debito pubblico.

In questa fase delicatissima occorrerebbe maggiore senso di responsabilità della politica. Per evitare che la situazione italiana divenga insostenibile occorre ricreare immediatamente nel nostro Paese condizioni per ripristinare la normalità sui mercati finanziari con un immediato recupero di credibilità nei confronti degli investitori”.

A tal fine si rende necessario un Patto per la crescita che coinvolga tutte le parti sociali; serve una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti ed una discontinuità capace di realizzare un progetto di crescita del Paese in grado di assicurare la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione.

Occorre modificare il Patto si stabilità che blocca milioni di euro che potrebbero essere impiegati nella creazione di infrastrutture e dare lavoro a centinaia di imprese. Bene il patto tra le parti sociali nazionale mentre a livello provinciale occorre riprendere subito un tavolo di concertazione comune ed un patto di solidarietà formato da Rete Imprese Italia e istituzioni pubbliche e creditizie, per fronteggiare questa nuova emergenza”.

dalla Cna di Pesaro e Urbino

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Martedì 9 agosto, 2011 
alle ore 7:56
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