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Chiusura di bar e ristoranti alle 18, Confesercenti invoca un ripensamento del Governo

Il direttore provinciale Bartolini: "Questo ultimo provvedimento mette in ginocchio l'intera categoria"

Giorgio Bartolini

No alla chiusura alle 18.00 per pubblici esercizi e ristoranti: Confesercenti fa muro contro l’ultimo DPCM che impone di anticipare ulteriormente l’orario di chiusura, precedentemente fissato alle 23.00.

“Questo ultimo provvedimento mette in ginocchio l’intera categoria – sostiene Giorgio Bartolini, direttore provinciale Confesercenti – che ha già pagato a caro prezzo la pandemia da covid-19, prima con il lockdown di marzo, poi dovendo adeguare spazi e locali alle normative previste per la prevenzione del contagio –dispositivi di sicurezza, disinfezione, sanificazione e riduzione dei coperti- ed ora vedendo ridotto in maniera drastica il proprio orario di lavoro. Chiudere alle 18 per un locale pubblico significa in pratica subire un nuovo lockdown: ricordiamo che solo l’annuncio e i timori di una nuova stretta sui pubblici esercizi hanno fatto perdere nei giorni scorsi alle nostre imprese il 20% del fatturato, percentuale che, con la chiusura alle 18.00, arriverà al 40% nei prossimi 30 giorni”.

“A livello nazionale – con il presidente Conte la direzione Confesercenti si è incontrata martedì 27 ottobre – stiamo facendo pressione per rivedere il provvedimento e tornare alla chiusura alle 23.00. A livello regionale Confesercenti Marche sta già lavorando, in collaborazione con l’Ente Regionale ed, in particolare, con l’assessore regionale al Commercio Mirco Carloni, per individuare, in tempi brevi, misure economiche di sostegno alla categoria. Ricordiamo – aggiunge Bartolini – che bar e ristoranti rispettano le normative di prevenzione con rigore e professionalità e che sono luoghi sicuri, sottoposti a continui controlli. Perché quindi penalizzarli in questo modo, quando ci sono situazioni ben più a rischio?”.

Subito, secondo Confesercenti, devono arrivare altri provvedimenti a sostegno della categoria: “Bene il contributo a fondo perduto approvato nel DL Ristori che prevede 2 miliardi di euro in favore di ristoranti, bar pasticcerie e gelaterie. Altre 3 sono, secondo noi, le richieste urgenti: la proroga degli ammortizzatori sociali e della concessione gratuita del suolo pubblico per tutto il 2021 e un intervento straordinario dello Stato per sostenere i costi fissi, soprattutto locazioni ed utenze”. Nessuna attenuante invece per chi viola le regole: “Le tensioni sociali vanno evitate – conclude Bartolini – la categoria finora ha agito compatta e con grande senso di responsabilità, rispettando le normative in maniera rigorosa e professionale. Occorre mantenersi su questa strada per lavorare in tranquillità ed uscire al più presto dall’emergenza o, per lo meno, trovare il modo di convivere con la pandemia, senza mettere a rischio la sicurezza e la salute di nessuno”.

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