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LiberaMente interviene sul “Sexy car wash” in difesa del corpo delle donne

Il "Sexy car wash" di domenica 28 a BarchiIl sexy car wash inserito nel programma del “IV Urban Race” che si è svolto a Barchi domenica 28 agosto, interpella la nostra associazione che opera in un paese che fa fatica a emanciparsi dagli stereotipi tipici delle subculture sessiste, che nuociono certamente in primo luogo alle donne, ma alla società nella quale viviamo e nella quale crescono i nostri figli.
 

Non possiamo volgere lo sguardo altrove quando il corpo della donna è ancora una volta svilito e ridotto a essere mero oggetto sessuale strusciante in pose voluttuose e provocanti sulla carrozzeria di fiammanti, aggressivi, nerboruti veicoli. Perché questo avviene nel sexy car wash, come mostra un sito dedicato, che lo definisce uno show “per tutti” che “trova la sua normale applicazione” negli autolavaggi, raduni e nei “migliori locali notturni”.

Non possiamo volgere lo sguardo altrove quando uno dei gruppi locali più attenti alla libertà femminile, impegnato a monitorare quanto accade in provincia, pubblica sul suo blog una vivace riflessione sull’uso del vetusto stereotipo donne e motori, che, invece di far riflettere, per tutta risposta, scatena una sequenza di insulti e villanie distribuiti equamente sulle donne che hanno osato criticare queste pratiche, tacciate, nel migliore dei casi, di racchie femministe, e, con spregio, di lesbiche.

Non possiamo volgere lo sguardo altrove quando, fra gli altri, uno dei sostenitori economici del IV Urban Race è un ente pubblico, il Comune dove ha luogo la manifestazione che, chiamato a dare una spiegazione, non ha sentito il dovere di essere trasparente e di rendere conto del suo operato ai cittadini, ma, al di là di questo, ad oggi non ha preso le distanze dalle dichiarazioni spesso offensive rivolte a chi ha dissentito, rischiando così di non tutelare il diritto di tutti a salvaguardia della libertà di pochi.

Non possiamo volgere lo sguardo altrove quando sono passate poche settimane dallo stupro di una ragazzina durante la notte bianca di Fano lasciando cadere nell’oblio le parole del presidente della Repubblica che, non a caso, richiama l’attenzione sullo stile di comunicazione che offende le donne nei media, nelle pubblicità, nel dibattito pubblico, e che può offrire un contesto favorevole dove attecchiscono molestie sessuali, verbali e fisiche, se non veri e propri atti di violenza anche da parte di giovanissimi.

Non possiamo volgere lo sguardo altrove dopo tredici incontri di “DisUguali. Donne, diritti, violenza negli anni zero”. Lo dobbiamo alle persone che abbiamo incontrato, che hanno lavorato, che ci hanno sostenuto. Lo dobbiamo a noi stessi, per non dover dire: mi sono voltato dall’altra parte.

Non possiamo volgere lo sguardo altrove perché abbiamo deciso di lavorare, vivere e far crescere qui i nostri figli, e per noi e per loro, impegnarci ogni giorno per una società più equa e giusta, dove discriminazioni e soprusi siano un ricordo lontano. 

da Cristian Bellucci
per l’Associazione Culturale LiberaMente di Montemaggiore al Metauro

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Mercoledì 31 agosto, 2011 
alle ore 7:58
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