Teatro della Fortuna, mercoledì 9 novembre omaggio a Leandro Castellani
Classe 1935, giornalista, saggista, regista e autore per la tv e per il grande schermo, Leandro Castellani è un fanese che ha davvero “girato” il mondo, sia dal punto di vista geografico, dall’America alla Cina, sia con il suo strumento di espressione professionale, la macchina da presa con la quale da 50 anni realizza reportage, documentari, fiction e docu-fiction di successo.
Ed è per questo che la Fondazione Teatro della Fortuna in collaborazione con l’Università dei Saperi “Giulio Grimaldi” di Fano, ha voluto dedicare, mercoledì 9 novembre alle 21 al Teatro della Fortuna, un Omaggio alla Carriera di tale illustre concittadino. Un invito a cui Castellani ha aderito con molto piacere e che prevede la proiezione del filmato inedito Schegge, a spasso nell’archivio di Leandro Castellani, dopo la quale il regista salirà sul palco per un’intervista condotta da Anna Rita Ioni. Gli interventi musicali sono curati da Ippolito Lamedica Quintet.
Laureato all’Università di Urbino dove fu allievo di Carlo Bo e diplomato alla Scuola di Giornalismo, Castellani giunge a Roma alla fine degli anni ’50. Nel 1960 entra alla Rai come autore dei programmi del neonato Secondo Canale. Comincia così la sua carriera di documentarista e autore e regista di film-tv di grande spessore. Nel 1964 vince il Prix Italia con il programma Storia della bomba atomica; negli anni successivi L’enigma Oppenheimer vince il Leone d’oro al Festival di Venezia. È l’ideatore del format, “Teatro Inchiesta”, primo esempio europeo di docu-fiction. Dal 1970 si dedica ai grandi film-tv: Il muro sull’epopea del ghetto di Varsavia, Le cinque giornate di Milano, con Ugo Pagliai, Orfeo in paradiso con Alberto Lionello. Dal 1972 inizia la produzione indipendente. Nascono i film-tv Ipotesi sulla scomparsa di un fisico atomico su Ettore Majorana, Sul filo della memoria, premiato come miglior “giallo italiano” alla rassegna di Cattolica, Delitto di regime, con Raoul Grassilli, sul caso don Minzoni, Quaranta giorni di libertà, sulla Resistenza che vince il Premio della critica televisiva. Nel 1975 produce e dirige l’avvincente film biografico su Tommaso d’Aquino e nel 1977 l’originale versione del Faust di Marlowe con Tino Buazzelli.
Seguono ancora inchieste e arrivano gli anni in cui Castellani si dedica prevalentemente a programmi sperimentali nei più diversi settori: film e programmi didattici e rubriche di clip musicali. Nel 1987 il suo primo film per il grande schermo, Il coraggio di parlare, ottiene molti premi in Italia e all’estero. Un anno più tardi, Don Bosco protagonista Ben Gazzara insieme a un cast internazionale, è il punto d’arrivo di una nutritissima carriera.
Nel 1989 la Città di Fano gli conferisce la “Fortuna d’oro”. Tra il 1991 e il 2000 si dedica anche all’insegnamento universitario e alla saggistica. Nel 2001 si avvicina ad un nuovo genere, il serial popolare, dirigendo per due stagioni la fortunata serie Incantesimo. Nel frattempo intensifica il lavoro di ricerca, scrive e dirige anche sceneggiati seriali radiofonici, video per l’Editrice Vaticana e ancora docu-fiction.
È membro dell’Accademia Marchigiana di Scienze Lettere ed Arti e dell’Accademia del Cinema Italiano e giurato del Premio Donatello. Nel 2003 è stato nominato commendatore al merito della Repubblica Italiana dal Presidente Ciampi.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
da Andreina Bruno
per la Fondazione Teatro della Fortuna
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