Il comitato di Mondolfo contro le scelte politiche marottesi
Riflettendo sugli ultimi fatti e movimenti politici del nostro comune una cosa balza piuttosto evidente: a essere in crisi, seria, è Marotta, molto più che Mondolfo.
Marotta diventa sempre più un dormitorio, mentre le presenze turistiche estive calano
vistosamente.
E questo non per ineluttabili cause naturali. E’ il frutto coerente delle scelte dettate da
una schiera di politici marottesi che hanno esercitato nei decenni scorsi un peso eccessivo
nell’ambito dell’amministrazione comunale di Mondolfo.
Tali scelte hanno significato lo
smantellamento delle strutture alberghiere, la proliferazione dei miniappartamenti, la devastazione
del territorio a cominciare dalla cementificazione della spiaggia favorendo una crescita demografica
incontrollata. Di fronte al disastro provocato dal loro stesso modello, di crescita puramente
quantitativa di quello che avrebbe dovuto caratterizzarsi come un centro turistico-balneare, come
reagiscono i responsabili? Ritirano fuori il vecchio giochino dell’unificazione di Marotta
nell’ambito del comune di Mondolfo, additata come soluzione di tutti i mali che affliggono Marotta.
Figuriamoci! Col rischio di esportare il loro nefasto modello anche nella porzione territoriale da
sempre facente parte del comune di Fano, che entro certi limiti ne è rimasta immune. Per
raggiungere questo obiettivo pretenderebbero poi che la Giunta Regionale formulasse essa stessa
una proposta di legge che sancisse l’aggregazione di Marotta di Fano al comune di Mondolfo, così
passando sulla testa di cittadini ignari e alle prese con ben altri problemi; oppure che, a seguito della
raccolta di 5.000 firme da parte del loro Comitato, si seguisse la procedura del 1981 con l’indizione
di un referendum consultivo, ma con la novità costituita dal fatto che stavolta, a detta dei marottisti,
dovrebbero votare solo chi vorranno loro o, in alternativa, che dovrebbero essere conteggiati solo
quei pochi voti di chi vorranno loro.
Belle pretese, non c’è che dire! Alla faccia del diritto e dei
principi democratici!
Allora ci domandiamo: ma in tutto questo dove sta la volontà popolare? All’assemblea del 2
dicembre scorso, convocata dal Comitato pro Marotta unita, hanno partecipato “politici e
rappresentanti di categoria”, tra cui si leggono i nomi dei soliti “addetti ai lavori” (Vitali, Sartini),
mentre tanti marottesi “hanno preferito rimanere davanti alla televisione” (sono rilievi della stampa
locale, pur favorevole all’unificazione, non nostri).
In questo poco esaltante contesto, il sindaco di Mondolfo (o forse sarebbe preferibile dire “di
Marotta”, come lui stesso ha tenuto a precisare in una recente occasione), Pietro Cavallo, è apparso
come colui che maggiormente vuole spingere per giungere ad una unificazione che poi tanto
sospirata non sembra, almeno a livello popolare.
Allora vorremmo dare al nostro (nostro?) sindaco
un suggerimento amichevole. Che si occupi maggiormente dei problemi reali del territorio, al cui
governo è stato preposto grazie ai voti fondamentali dei mondolfesi. O ci ricorderemo delle sue
forzature politiche alle prossime elezioni (e forse anche prima).
Preoccupazione fondamentale degli amministratori locali dovrebbe essere infatti la
riqualificazione di un territorio nell’ambito del quale Marotta è stata purtroppo dagli anni 60 del
secolo scorso l’elemento squilibratore, mentre Mondolfo, che storicamente ha dato al territorio e
alla sua popolazione un preciso carattere identitario, ha sofferto non poco di questo squilibrato
sviluppo, denunciando infine un ritardo di crescita civile rispetto ad altre realtà amministrative
contermini.
Ora, la beffa più atroce inflitta, consapevolmente o meno poco importa, da coloro che
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propugnano questa discutibile soluzione, che porterebbe all’unificazione di Marotta, sarebbe che a
pagare i costi più alti dell’unificazione stessa sarà ancora una volta la comunità mondolfese. Eh no,
cari signori, l’abbiamo già detto e sempre lo ripeteremo: a questo gioco non ci stiamo!
Dal Comitato cittadino Mondolfese
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