Bronzi di Pergola, la Regione vota per la sede naturale. La “palla” ora va al Governo
Continua il dibattito (sembra senza fine) riguardo la collocazione dei Bronzi di Cartoceto di Pergola, rivendicati dalla “sede naturale” e dal Museo Archeologico di Ancona. Al Consiglio Regionale si discute, si cerca la soluzione più consona per porre fine alla polemica e si vota.
Alcuni politici, come i consiglieri del Pd Giancarli e Badiali, escono dall’aula prima di votare ed altri si astengono. La soluzione “part time lungo” di Ortenzi (Pd) viene scardinata dall’emendamento di Ricci (Pd), seguito da Carloni, che preferiscono Pergola come destinazione dei Bronzi, anche perchè apporterebbero all’entroterra un incremento del turismo.
Per la Giunta Regionale si espone l’assessore alla cultura Marcolini: “La Regione non intende sottrarsi alle scelte, ma non può che rimettersi alle decisione del ministro Ornaghi“. L’oggetto della disputa è passato al Governo Centrale, al quale la Regione ha chiesto di considerare solo il sito di Pergola, prendendo atto del sub emendamento del consigliere Giancarlo D’Anna (Gruppo Misto), approvato unanimemente dal Consiglio Regionale, come già si espresse anche il critico Vittorio Sgarbi e la Confcommercio locale assieme a quella provinciale e alla Confturismo Marche Nord.
Ribadisce D’Anna: “Pergola è il luogo deputato alla preservazione dei Bronzi”. E a chi afferma che si tratta di campanilismi, replica: “E’ dovere della popolazione rivoltarsi contro qualsiasi sottrazione di beni comuni e territoriali. L’emendamento proposto delegava a Roma di esprimersi in modo definitivo basandosi sulle precedenti sentenze, ma senza specificare quali. Con la modifica approvata la Regione Marche chiede che al Ministero di prende in considerazione un solo sito: Pergola”.
Alla fine della vicenda (o quasi), nella risoluzione dell’Assemblea Legislativa delle Marche si afferma dunque che la sede naturale deve essere il paese in cui, nel 1946, essi furono ritrovati.
L’oggetto della disputa passa ora dalla mani della Regione a quelle del Governo Centrale. E le attese ora sono tante.
di Vittoria Biscaccianti
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