Successo per il recital di Carlo Pagnini al cinema Astra di Pesaro
Non è “L’altro Pagnini” quello che venerdì 25 maggio 2012, al Cinema Astra di Pesaro, è stato protagonista di un recital di sue poesie in dialetto pesarese. È il vero, assoluto, raro, coinvolgente e avvolgente poeta che si è sempre nascosto fra le pieghe della sua simpatia, del suo essere istintivo affabulatore, del desiderio di intrattenere generosamente tutti nei palcoscenici della città, nei giardini, nei circoli, nelle ville, alle feste e alle cene degli amici, durante le cerimonie cittadine.
E’ il poeta Carlo Pagnini che da sempre ci sa sorridere come nessuno incontrandoci casualmente, rivelandoci senza retorica e senza falsità, quanto sia bello volersi bene. Una vocazione, una genialità, un destino.
E per esprimersi, dato che è un vero poeta, non ha bisogno di grandi parole, di alati accademismi, di fumose profezie, gli basta una farfalla, due perle, una mamma che lascia la luce accesa, un figlio che le offre un bicchier d’acqua, un’onda, una lumachina, una soffitta piena di “ciaffi”, per conquistarti irrimediabilmente alle sue visioni, ai suoi lirici pensieri, alle sue intime emozioni.
E’ proprio su questa carica umana rarissima e coinvolgente, su questa seduzione semplice e intensa che Ortensio Rivelli ha “confezionato”, con elegante misura, questo recital di Carlo Pagnini svoltosi all’Astra per l’Associazione Amici della Prosa di Pesaro presieduta da Giovanni Paccapelo.
Quando c’è Carlo Pagnini con le sue poesie “serie”, basta una garbata serie di domande, tipo intervista, fatta da Anna Rita Ioni, Anna Uguccioni e Michele Matteucci, il suono sussurrato e carico di memorie della fisarmonica di Raffaele Damen, qualche gioco di luci, e lui, Carlo, “sa le su stranezz”, con quel suo parlare col mare e con i tamerici, con quel dialetto “bsares” sentito come testimonianza d’amore nei confronti di un passato che ancora dentro canta, con quella sua carica sentimentale senza retorica e quella verità di accenti che è l’unica felicità concessa ai poeti.
Perfino gli applausi prolungati, entusiastici, sincerissimi di tanti ammiratori pesaresi, sono parsi inadatti a quella sua intima, personalissima, intensa poesia, amica del silenzio, degli sguardi e dei pensieri più cari.
da Ivana Baldassarri
per Associazione Amici della Prosa
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